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Ben prima di conoscere Megafusto, Megara cede a Ade la sua anima per salvare la vita dell'uomo che ama ma che, nonostante il suo sacrificio, le preferisce un'altra. Oltre a ritrovarsi sola, è privata della sua libertà e costretta con la minaccia ad assecondare i piani usurpatori del dio dell'Oltretomba.
L'art. 611 c.p. prevede che
"chiunque usa violenza o minaccia per costringere o determinare altri a commettere un fatto costituente reato è punito con la reclusione fino a cinque anni. La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall’articolo 339."
La norma rappresenta un'ipotesi speciale e aggravata di violenza privata, volta a tutelare il bene giuridico della libertà morale dell'individuo contro ogni turbativa, disturbo e molestia.
Viceversa, intende punire chi volontariamente usi violenza o minaccia per costringere un'altra persona a commettere un fatto costituente reato. L'elemento soggettivo è rappresentato, quindi, dal dolo specifico.
Megara, per riappropriarsi della sua libertà, è costretta a convincere il centauro Nesso a sostenere Ade nella sua lotta per conquistare l’Olimpo. L'incontro con Hercules, però, complica la situazione perché, riconoscendo in lei una donzella in pericolo, mette KO il centauro pur di salvarla.
L'evento tipico è rappresentato dall'effettiva conoscenza da parte del soggetto passivo della violenza o della minaccia utilizzata dall'agente affinché commetta un reato. Non essendo necessaria la materiale commissione del reato stesso, non è giuridicamente contemplato il tentativo.
Ade, quindi, resosi conto di essere in presenza dell'unico ostacolo al suo piano, costringe Megara ad ingannare Hercules e a trarlo in trappola nella grotta dell'Idra, lanciando l'allarme che due bambini siano in pericolo. In realtà si tratta degli scagnozzi di Ade, Pena e Panico. Ciononostante, l'Eroe riesce a salvare la popolazione di Tebe e ad uscirne indenne.
La condotta tipica del soggetto agente può essere sia omissiva sia commissiva ed è caratterizzata dalla violenza e/o dalla minaccia con cui il soggetto attivo costringe il soggetto passivo a commettere un reato.
La violenza, a sua volta, può essere propria, attraverso la forza fisica, o impropria, mediante un mezzo idoneo a comprimere la volontà della vittima. In questo caso, Megara è costretta ad agire al servizio di Ade per salvare la propria vita.
Inoltre, Ade, resosi conto dell'amore che Ercole prova per Megara, la obbliga a fingersi in pericolo per indurlo a rinunciare alla sua forza in cambio della sua salvezza.
Solo quando il soggetto passivo commette effettivamente il reato cui è stato costretto, si ha un concorso di persone: in questo caso, avremmo un concorso di persone nel reato di truffa nei confronti di Hercules che, credendo che Megara fosse in pericolo, cede la sua forza divina a Ade per poterla salvare.
Nel caso in cui invece la violenza usata costituisce reato a sé stante si ha un concorso di reati.
Si parla, inoltre, di aggravanti nel caso in cui la violenza o la minaccia siano commesse nel corso di manifestazioni pubbliche o con l'ausilio di armi.
Ade ha, però, sottovalutato l'amore che Megara, a sua volta, prova per Hercules: sarà proprio questo, infatti, a far trionfare l'Eroe e a salvare l'Olimpo.