È nota a tutti l'eroicità della giovane Fa Mulan che, dopo aver rubato l'armatura del padre ed essersi travestita da soldato, ha salvato la Cina dall'attacco Unno guidato da Shan Yu.
Molti sono stati i momenti in cui la giovane, sotto le spoglie di Ping, ha mostrato coraggio e intrepidità. Fra questi c'è sicuramente lo scontro sulla montagna, quando il piccolo esercito imperiale cade vittima di un'imboscata ordita da Shan Yu, che guida, invece, un esercito numerosissimo. Consapevole della inferiorità numerica del suo esercito, per salvare la missione e la sua truppa, Mulan indirizza un razzo verso una montagna, dalla quale si staccano cumuli di neve, che diventano una vera e propria valanga che travolge e annienta l'esercito Unno. L'intera truppa cinese riesce a scappare e a mettersi in salvo; quanto agli unni, Solo Shan yu e alcuni uomini del suo esercito sopravvivono alla valanga.
L'aver cagionato la valanga potrebbe, però, configurare il delitto di cui all'articolo 426 c.p., rubricato "Inondazione, frana o valanga", che recita: "chiunque cagiona un'inondazione o una frana, ovvero la caduta di una valanga, è punito con la reclusione da cinque a dodici anni".
Se uno di questi eventi è cagionato per colpa, l'art. 449 c.p. prevede la pena della reclusione da uno a cinque anni.
Analizziamo allora gli elementi costitutivi dell'art. 426 c.p..
In primo luogo, il bene giuridico tutelato è l'incolumità pubblica: il reato di valanga, come gli altri delitti contro l'incolumità pubblica, è contraddistinto dalla diffusività del danno, tale da esporre a pericolo un numero indeterminato di persone, non individuabile a priori.
Si tratta di un reato proprio: può essere commesso da "chiunque", per espressa previsione normativa e quindi anche da Mulan.
È un reato di evento ed è a forma libera: la legge sanziona la condotta di chi cagiona, in qualunque modo (forma libera), una valanga (evento), che viene definita come un fenomeno di proporzioni ragguardevoli per vastità e difficoltà di contenimento. La condotta di Mulan, nel nostro caso, è consistita nell'aver utilizzato un razzo, direzionandolo contro un tumulo di neve che, distaccatosi dalla montagna, ha travolto a grande velocità l'armata unna
La fattispecie di cui all'art. 426 c.p. è, ancora, un reato di pericolo presunto: ciò significa che non è richiesto che per l'incolumità pubblica sussista effettivamente un danno, perché è la legge a presumere che la valanga sia un fenomeno che espone, di per sé, a pericolo l'incolumità pubblica. Tuttavia, secondo una lettura che valorizzi il principio di offensività, va comunque accertata l'offensività in concreto del fatto. Per evitare di punire un fatto che non è nemmeno potenzialmente pericoloso, nel processo dovrà essere accertato se, con un giudizio ex ante, alla luce degli elementi di fatto, dell'espansività e della potenza del danno materiale, la valanga fosse in grado di esporre a pericolo l'integrità fisica di un numero potenzialmente indeterminato di persone.
Quanto all'elemento soggettivo, è richiesto il dolo (cioè la consapevolezza e la volontà) di intraprendere un'azione tale da provocare la caduta della valanga.
Venendo alla valanga provocata dalla nostra eroina, sembrano sussistere tutti gli elementi costitutivi del reato di cui all'art. 426 c.p.: Mulan, indirizzando il razzo verso la montagna, ha volontariamente provocato la valanga. Non ci sono dubbi sul dolo: la giovane sperava che la neve sommergesse il nemico e lo bloccasse.
Tuttavia, proprio il contesto bellico potrebbe portare a riconoscere Mulan non punibile, per aver agito in adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità.
Secondo l'art. 51 c.p., infatti, "(…) l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità esclude la punibilità". Si tratta di una causa di giustificazione che trova fondamento nel principio di non contraddizione di un ordinamento giuridico: uno stesso fatto non può essere punito da una norma ma al contempo imposto da un ordine legittimo. Nel caso di Mulan, i soldati hanno ricevuto l'ordine di sconfiggere l'esercito unno per salvare la Cina e sarebbe contraddittorio punirli per questo stesso fatto. Il tema delle scriminanti è certamente complesso e non è questa la sede per approfondirlo: sarà approfondito nelle prossime fiabe.
Ci basti, in questo contesto, questa considerazione: se si presume che l'intera spedizione militare fosse il frutto di un ordine legittimo dell'Imperatore, la condotta di Mulan sarebbe scriminata per essere stata commessa in adempimento di un dovere e la nostra eroina non sarebbe punita per aver cagionato la valanga.