"In ogni minuto che resta della mia vita io mi ribellerò e mai, giuro che mai smetterò di tentare di scappare! Invece, se mi permetterai di salvarlo, verrò via con te. Non fuggirò mai, non cercherò in alcun modo di scappare (…)": queste sono le parole con cui Rapunzel si rivolge a Madre Gothel alla fine del cartone. Qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che la ragazza fosse vittima di un sequestro?
In realtà un'obiezione potrebbe essere fatta: è vero che è stata sottratta ai suoi genitori, portata lontana e rinchiusa in una torre ma, dopotutto, in qualsiasi momento Rapunzel sarebbe potuta uscire e rientrare dalla torre – come ha effettivamente fatto, all'arrivo di Eugene – grazie ai suoi lunghi capelli.
Il fatto che sia la stessa ragazza che, lucidamente, comunica al suo 'salvatore' di dover fare ritorno nella torre prima che rincasi la madre, può far sorgere un dubbio: il fatto che ella possa uscire in autonomia fa venir meno il requisito della privazione della libertà personale, richiesto dall'art. 605 c.p. affinché possa parlarsi di sequestro di persona?
La privazione della libertà personale può, innanzitutto, essere fatta con varie modalità; non è necessario che il sequestrato sia legato o imprigionato in una cantina fredda e buia, dal momento che non rilevano le modalità operative del soggetto agente e, dunque, la "forma", bensì la loro concreta idoneità a comprimere la libertà del soggetto.
In questo senso, Madre Gothel utilizza violenza, minaccia e inganno; quindi, possiamo essere certi che le sue azioni siano del tutto idonee a configurare il sequestro. Lo stesso fatto che Rapunzel una volta uscita dalla torre si senta obbligata a tornarvi, è certamente la conseguenza degli inganni della matrigna, dal momento che dimostra come la compressione della libertà si sia insinuata anche nella sfera psichica della ragazza e non solamente in quella "materiale", ossia della sua presenza fisica nella torre.
Quello che ci siamo chiesti all'inizio è proprio questo: ma il fatto che Rapunzel possa uscire, fa cadere il reato di sequestro?
La risposta è, ovviamente, negativa. Immaginiamo che una volta uscita la ragazza dai capelli magici non faccia più ritorno nella torre, ma anzi vada dai carabinieri del Regno di Corona e denunci Madre Gothel.
Quest'ultima si difende sostenendo che, visto che Rapunzel si è calata con i capelli dal balcone della sua camera riuscendo così tranquillamente ad uscire, il sequestro non può configurarsi: mica è stata salvata da qualcuno, o i carabinieri sono andati ad aiutarla con una scala o abbattendo la torre. Ella si è semplicemente fatta crescere i capelli e, quando ha voluto, è uscita per non rientrare.
Ma è proprio il fatto che Rapunzel ha dovuto escogitare un modo per uscire dimostra come ci si trovi perfettamente nella situazione descritta dall'art. 605 c.p.
Perché possa parlarsi di sequestro, infatti, è necessario che la persona offesa abbia dovuto trovare un modo per uscire dalla torre, per poter di nuovo espandere la propria libertà personale che era stata compressa dall'azione del soggetto agente (cioè di Madre Gothel), che aveva predisposto ostacoli di non facile superamento.
Va bene che siamo nel mondo delle fiabe, ma calarsi sui propri capelli da una torre altissima non è proprio una cosa che le ragazze fanno ogni giorno: ecco dunque che, mettendo insieme tutti i vari elementi, possiamo affermare con certezza che quello di Rapunzel può essere definito come un sequestro a tutti gli effetti!