Immaginiamo la città di Zootropolis, un mondo apparentemente perfetto dove ogni animale, grande o piccolo che sia, sembra avere la libertà di inseguire i propri sogni.
Qui, la protagonista Judy Hopps sogna di diventare una poliziotta, nonostante nessun coniglio ci sia mai riuscito prima.
Tuttavia, il percorso di Judy si rivela più complesso del previsto: una volta realizzato il suo obiettivo, infatti, si ritrova assegnata a mansioni minori e sottovalutata dai superiori.
Come molti precari della nostra realtà, Judy deve destreggiarsi tra l'aspirazione a fare qualcosa di importante e una quotidianità che non rispecchia le sue capacità.
Questa storia ci porta a riflettere sul precariato nel mondo reale, dove, come accade a Judy, anche tante persone si sentono “parcheggiate” in lavori che offrono poca stabilità e poche prospettive di crescita.
Uomini e donne, spesso giovani come Judy, ma non solo, affrontano un mercato del lavoro che somiglia a una “giungla moderna”, in cui le incertezze superano le promesse. Molti vivono sospesi tra un contratto a chiamata e uno stagionale, continuamente in lotta per ottenere una posizione stabile.
In Zootropolis, Judy, con determinazione e impegno, alla fine riesce a dimostrare il proprio valore e a ottenere il rispetto dei colleghi, ma nella nostra realtà, non sempre il merito basta.
La Costituzione italiana, infatti, stabilisce nell'articolo 1 che il nostro Paese è una Repubblica fondata sul lavoro, un principio che sottolinea come il lavoro non sia solo un mezzo di sostentamento, ma un elemento fondamentale di dignità e autonomia.
Tuttavia, per chi è costretto a confrontarsi ogni giorno con la precarietà, il diritto al lavoro stabile sembra lontano, come lo è per Judy il sogno di ottenere la fiducia di Bogo, capo della polizia di Zootropolis.
Eppure, la nostra Costituzione non si limita a dichiarare ideali astratti. Nell'articolo 36, stabilisce che la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, sufficiente a garantire al lavoratore e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Ma quanti precari, tra stipendi bassi e contratti temporanei, possono realmente affermare di vivere una vita dignitosa?
Pensiamo, ad esempio, a chi lavora nelle consegne o come operatore in aziende della gig economy, che spesso si ritrova con compensi instabili e senza ferie pagate. Come Judy, che inizialmente deve accettare di fare la "vigilessa del parcheggio" anziché il poliziotto, anche questi lavoratori si sentono intrappolati in ruoli che non rispecchiano le loro aspirazioni.
Se osserviamo con onestà, il precariato appare in netta contraddizione con i valori costituzionali.
Come in Zootropolis, dove la diversità e l'impegno di ciascun animale sono alla base dell'armonia della città, anche in Italia la Costituzione valorizza il contributo di ogni individuo alla società, chiedendo che il lavoro rispetti dignità e diritti.
Tuttavia, la realtà spesso ci presenta un'immagine diversa, in cui milioni di persone vivono nella precarietà, sentendosi escluse da una società che sembra riservare stabilità e sicurezza solo a pochi, vecchi, bianchi e privilegiati.
Forse è giunto il momento di ripensare le nostre politiche del lavoro, di trasformare contratti flessibili in opportunità stabili, garantire condizioni eque a tutti, e fare in modo che ogni contratto rifletta i principi di libertà e dignità sanciti dalla nostra Carta.
Dare stabilità al lavoro significa, in fondo, dare stabilità alla vita, e solo così l'Italia potrà davvero definirsi una Repubblica fondata sul lavoro, in cui anche chi inizia con mansioni umili, come Judy a Zootropolis, possa aspirare a un futuro sicuro e dignitoso.