La povera Biancaneve è riuscita a scappare dalle perfide grinfie della regina trovando rifugio momentaneo in una piccola casetta al limitare del bosco.
Così è entrata, ha fatto le pulizie e si è addormentata. Ad un certo punto arrivano i padroni di casa, i Nanetti, che, dopo essersi consultati, decidono di far rimanere Biancaneve a casa loro, a patto che: pulisca, gli prepari da mangiare e gli tenga compagnia.
Questa è una primordiale enfiteusi, il diritto reale su un fondo altrui, costituito per contratto o testamento, che attribuisce all'enfiteuta (Biancaneve) gli stessi diritti che avrebbe il proprietario (Nanetti) sui frutti, sul tesoro e sulle utilizzazioni del sottosuolo, comprese le accessioni.
In cambio, come controprestazione, Biancaneve l'enfiteuta dovrà pagare un canone annuo o in denaro o in natura e apportare migliorie sul fondo-casa dei nanetti.
L'enfiteusi può essere perpetua (come avrebbero voluto tanto i nanetti) o temporanea (come poi accadrà) per non meno di 20 anni.
L'enfiteusi si estingue per il totale perimento del fondo, per la scadenza del termine, per prescrizione a seguito del non uso ventennale e per usucapione da parte dell'enfiteuta del diritto di proprietà, per devoluzione (che può essere domandata dal proprietario qualora l'enfiteuta deteriori il fondo o non adempia all'obbligo di migliorarlo o sia in mora nel pagamento di due annualità di canone) e infine per affrancazione (quando l'enfiteuta decide di acquistare la piena proprietà del fondo dopo aver pagato al proprietario la somma della capitalizzazione del canone enfiteutico con gli interessi legali).