Sarà che siamo in quel periodo dell'anno ma oggi vorrei fare insieme a voi un viaggio nel mondo delle fiabe, in quel particolare giorno che per alcuni è Halloween ma per altri è el Día de Muertos. Siamo a Santa Cecilia in compagnia di Miguel Rivera, un musicista bambino che ha come idolo Ernesto De La Cruz, famosissimo cantautore vissuto in Messico tempo addietro.
La passione di Miguel è osteggiata dalla sua famiglia in quanto un suo trisavolo musicista sparì lasciando moglie e figlia, l'allora piccola Coco. Così, una volta scoperta la chitarra nascosta da Miguel, con la quale avrebbe partecipato alla fiera musicale di Santa Cecilia, sua nonna in un impeto di rabbia la distrusse scioccandolo a tal punto da farlo scappare via con la promessa di non tornare.
È proprio durante el Día de Muertos che, su una foto della piccola Coco con la madre Imelda, Miguel nota una piega che nasconde la sagoma di un uomo, di cui purtroppo non è possibile vedere il volto, e che imbraccia una chitarra: quella di Ernesto De La Cruz. L'aspirante piccolo musicista crede all'istante di essere il suo pro-pronipote e decide di partecipare alla gara di musica con quella iconica chitarra. Così, intrufolandosi nel Mausoleo dedicato a De La Cruz, la prende per portarla via con sé.
Nella fiaba, Miguel viene catapultato in una dimensione alternativa in cui albergano i parenti ormai defunti di ognuno, lì sospesi in occasione de el Día de Muertos per poter avvicinarsi ai loro cari, senza però esser visti. Questo "teletrasporto ultra dimensionale" per Miguel è una sorta di "punizione" per aver invaso lo spazio di riposo di un defunto, portando via un oggetto che ne conserva l'anima. Infatti, a metà tra i due mondi, Miguel è visibile solo ai defunti e non ai vivi, con l'unica eccezione di Dante, un simpatico randagio ormai suo fedele amico.
E cosa prevede il nostro codice penale per quel che sembra che Miguel abbia commesso, cioè violazione/vilipendio di tombe? L'art. 408 c.p. si inserisce nel capo "dei delitti contro la pietà dei defunti" e cita testualmente: "Chiunque, in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura, commette vilipendio di tombe, sepolcri o urne, o di cose destinate al culto dei defunti, ovvero a difesa o ad ornamento dei cimiteri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.".
Il delitto di violazione di tombe è un reato di tipo comune, ciò significa che può essere commesso da chiunque ed inoltre è un reato di evento per cui è sempre necessaria una condotta antigiuridica di cui l'evento/reato ne sia conseguenza (sul punto vi ricordo l’articolo Il rapporto di causalità ). Perciò anche per il delitto di violazione di tombe potrebbe configurarsi il tentativo ex art. 56 c.p.
Dal canto suo l'art. 408 c.p. intende tutelare l’onorabilità dei defunti da garantire con la preservazione dei luoghi di sepoltura e di ogni oggetto qui posto, sia per ragioni di culto sia per ragioni di ornamento oltre che per ragioni affettive. E proprio in virtù del bene giuridico tutelato, per il reato di violazione di tombe parliamo di procedibilità di ufficio e quindi non ad esclusiva querela da parte dei soggetti interessati (quali ad esempio gli eredi del defunto di cui è stato violato il luogo di sepoltura).
Durante el Día de Muertos le famiglie dei defunti sono solite portare in dono ai propri cari estinti un lauto banchetto per porre nei loro riguardi un commosso e affettuoso ricordo e celebrare insieme il loro passaggio alla vita ultraterrena. La vicenda crea ovviamente dei problemi a Miguel che per poter entrare indisturbato all'interno del Mausoleo di De La Cruz deve nascondersi dai molti visitatori del cimitero oltre che dalla guardia di sicurezza posta al di fuori del monumento funebre del cantautore.
L'elemento soggettivo del reato di violazione/vilipendio di tombe è rappresentato dal dolo generico; quindi, è necessaria la premeditazione coscienziosa di commettere il fatto che poi costituirà vilipendio.
Miguel è pienamente consapevole che per prendere la chitarra di Ernesto De La Cruz dovrà entrare nel suo Mausoleo, pur se per farlo dovrà contravvenire all'inviolabilità (anche giuridica) del luogo.
L'art. 408 c.p. usa una dicitura volontariamente aperta per fare riferimento ad ogni condotta potenzialmente oltraggiosa della pietà dei defunti e dei luoghi di loro sepoltura; perciò, con il termine vilipendio tende a censurare tutte quelle condotte che siano tese o al danneggiamento della struttura o a rimuovere in tutto o in parte alcune componenti della stessa, oltre che egli oggetti posti ad ornamento.
Ad esempio, una condotta tipica potrebbe ben essere il furto di oggetti destinati al culto dei defunti come fiori o candelabri, od anche oggetti appartenenti al defunto e posti nella dimora sepolcrale, e ancora nel danneggiamento o imbrattamento della lapide, e così via.
Miguel, pur avendo solo intenzione di "prendere in prestito" la chitarra di De La Cruz, per servirsene durante la gara musicale di Santa Cecilia, non fa altro che rubarla da quello che è un luogo dedito alla sepoltura di un defunto, contravvenendo al comune sentimento di pietà per i defunti e per i luoghi di loro dimora, oltre che all'esplicito richiamo codicistico.
Se facciamo attenzione noteremo anche un riferimento generico nella frase "o in altri luoghi di sepoltura", che lascia intendere come l’art. 408 c.p. si applichi, non solo nell’ipotesi in cui la violazione avvenga all’interno di un cimitero, ma anche in qualunque altro luogo preposto alla sepoltura proprio in virtù della speciale tutela riservata a questo particolarissimo bene giuridico.
Perciò, proprio in virtù di questa tutela peculiare, come si comporta l'ordinamento al fine di scoraggiare ogni tipo di atto idoneo a turbarlo? A tal riguardo l’art. 408 c.p. prevede che l'illecito di violazione/vilipendio di tombe sia punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Tuttavia, la dottrina più recente ritiene inaccettabile che un sentimento possa essere oggetto di tutela penale, richiedendo quindi un intervento legislativo per ridefinirne la fattispecie. Ad ogni modo, una riforma di questo tipo non si è ad oggi sostanziata.
A questo punto vorrei chiedervi: cosa accadrebbe a Miguel per aver commesso il reato di violazione di tombe ex art. 408 c.p.? E bene, se siete stati attenti noterete una similitudine con un "caso fiabesco" che abbiamo trattato di recente.
Miguel (proprio come Peter Pan nell’articolo Il reato di lesione personale gravissima ) è un minore nonostante abbia commesso un reato. Nel suo caso siamo certi che sia un minore degli anni 14 perché conosciamo la sua età: 12 anni. Siamo quindi in presenza di una presunzione legale di assoluta incapacità di intendere e di volere, ex art. 97 c.p., che non permetterà la procedibilità nei confronti di Miguel.
Il nostro piccolo ed impavido musicista però non ha semplicemente evitato la reclusione: con questo insolito viaggio ultraterreno Miguel ha ritrovato il suo vero trisavolo. E no, non parliamo di quel furfante di Ernesto De La Cruz ma di Héctor, il vero autore di tanti successi come la dolcissima "Ricordami", scritta per la sua Coco.
Ed ogni volta come la prima: sigh!