Pinocchio rappresenta, da sempre, il più famoso ed irriverente burattino della letteratura italiana, nonché dei cartoni animati. Spinto dalla curiosità, il nostro burattino vive mille avventure, facendo sempre preoccupare il suo povero padre, Mastro Geppetto.
Il rapporto che Pinocchio ha con la scuola e con l'istruzione è sempre molto altalenante. Il burattino, infatti, promette costantemente di fare il bravo bambino e andare a scuola ma, il più delle volte, i suoi buoni propositi svaniscono.
Se ci pensiamo bene, la scuola, intesa in tutte le sue articolazioni ed uffici, rientra nella nozione di Pubblica amministrazione, e trova la sua massima valorizzazione e il più alto riconoscimento della sua fondamentale importanza proprio nella Costituzione.
Ed infatti, la Carta Costituzionale prevede due articoli di estrema rilevanza nella Parte I ("Diritti e doveri dei cittadini"), Titolo II ("Rapporti etico – sociali"), rappresentati dall'artt. 33 e 34, disposizioni, queste, che enunciano tutta una serie di principi nei confronti della scuola intesa quale Pubblica amministrazione.
Tralasciando quanto statuito dall'art. 33 (nel quale, ci limitiamo a ricordare, viene affermato, tra le altre cose, che "L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento"), concentriamoci su quanto stabilito dall'art. 34 della Costituzione.
Quest'ultima disposizione, innanzitutto, afferma quale principio fondamentale che:
"La scuola è aperta a tutti",
ossia tutti possono usufruire del sistema scolastico e di insegnamento anche i burattini, il grillo parlante, la fata Turchina…….insomma proprio tutti quanti, a prescindere dalla natura, dal colore della pelle, dal sesso della persona, ecc.
Viene poi affermato, nell'articolo in esame che:
"L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita".
Questo significa che Mastro Geppetto non dovrà preoccuparsi di dover pagare gli studi del figlio Pinocchio (e la scuola pubblica, quale Pubblica amministrazione, non potrà imporgli il pagamento di tasse sproporzionate o eccessivamente onerose), ma lo stesso Pinocchio, tuttavia, dovrà frequentare la scuola per ottenere l'istruzione inferiore obbligatoria (quindi dovrà frequentare le scuole elementari e le scuole medie).
Di estremo interesse, poi, è quanto statuito al comma terzo, dell'art. 34, ove viene ricordato che:
"I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".
Nel nostro caso, Pinocchio, se frequenterà con costanza la scuola, senza seguire il cattivo esempio di Lucignolo, ha il diritto a che la scuola riconosca i suoi talenti e di ambire ad andare anche all'Università.
Ma se Mastro Geppetto non guadagnasse quanto necessario a consentire a Pinocchio di studiare, cosa accadrebbe?
Questo problema viene risolto da quanto previsto dall'ultimo comma, dell'art. 34 della Costituzione, laddove viene statuito che:
"La Repubblica rende effettivo questo diritto [ossia il diritto dell'individuo di poter studiare e di raggiungere i gradi più alti dell'istruzione, anche se privo dei mezzi economici necessari] con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".
Ciò significa che Mastro Geppetto, se Pinocchio riuscirà ad impegnarsi e a comportarsi da bravo bambino a scuola, non dovrà preoccuparsi di non avere i soldi necessari per consentire al figlio di studiare, in quanto sarà la stessa scuola – Pubblica amministrazione a riconoscergli borse di studi, assegni per l'istruzione o altri mezzi di sostentamento.
E allora Pinocchio…….impegnati a scuola, e vedrai che potrai arrivare a vette di eccellenza immaginabili!