Nella profonda Africa, il malvagio Scar brama comandare sulle "Terre del Branco". Ha un piano ben preciso: uccidere il re Mufasa e il cucciolo Simba e diventare sovrano.
Una volta ucciso Mufasa, chiede a Shenzi, Banzai e Ed, tre iene maculate, di completare il lavoro togliendo la vita a Simba. Le iene, però, lasciano scappare il cucciolo, desistendo dall'azione. Banzai suggerisce di finire il lavoro che avevano iniziato ma la scaltra Shenzi risponde che, là fuori, Simba non ha speranze e aggiunge:
"se dovesse tornare, lo uccideremo".
In che situazione si trovano le iene?
L'art. 56 co. 3 c.p., nell'ambito della disciplina del tentativo, prevede la c.d. "desistenza volontaria", secondo cui
"Se il colpevole volontariamente desiste dall’azione, soggiace soltanto alla pena per gli atti compiuti, qualora questi costituiscano per sé un reato diverso".
Si tratta di una particolare ipotesi di tentativo in cui l’azione è rimasta incompiuta a causa di un arresto della condotta tipica, liberamente e spontaneamente voluto dall'agente.
Questo arresto può essere frutto di un calcolo utilitaristico o della decisione di rinviare l'esecuzione del reato e non è necessario che sia espressiva di un effettivo pentimento. Ciò che conta è che rappresenti una libera scelta.
Sembra proprio il caso delle nostre iene: potrebbero continuare a inseguire Simba ma non lo fanno, sia perché non vogliono ferirsi nell'inseguimento, sia perché, in ogni caso, programmano di portare a termine l'omicidio qualora il leoncino dovesse fare ritorno alle "Terre del Branco".
Secondo la tesi preferibile, la desistenza attiva è una causa di non punibilità che si fonda sull'opportunità di agevolare la scelta del reo di astenersi dal commettere il delitto.
I nostri Shenzi, Banzai e Ed, quindi, non saranno punibili per il tentato omicidio di Simba. Non solo: proprio questa loro desistenza volontaria consentirà a Simba di sopravvivere e di riconquistare il regno.