Sull’isola di Kauai, Nani Pelekai bada alla sua turbolenta e scatenata sorellina minore Lilo. Dopo la recente morte dei loro genitori in un tragico incidente d’auto, infatti, la responsabilità genitoriale sulla piccola Lilo è in capo a Nani. Quest’ultima cerca in ogni modo di prendersi cura della bambina, ma il compito le risulta più arduo del previsto.
Le due sorelle, infatti, ricevono la visita di Cobra Bubbles, un assistente sociale, il quale ritiene che Nani non possa prendersi adeguata cura di sua sorella e minaccia di internare Lilo in un orfanotrofio se le cose non migliorano da lì a poco tempo. Per fortuna, anche grazie all’arrivo sull’isola del simpatico mostriciattolo Stich, Lilo non verrà rinchiusa in orfanotrofio, e le due sorelle potranno continuare a stare insieme.
Ma cosa sarebbe accaduto se l’assistente sociale, dopo essersi conto dell’inadeguatezza di Nani nel tenere a bada Lilo, si fosse rivolto al Comune dell’isola di Kauai per portare la piccola Lilo in orfanotrofio?
In tal caso il Comune in qualità di Pubblica amministrazione (clicca qui per la definizione di Pubblica amministrazione), dopo aver accertato l’effettiva difficoltà di Nani nel prendersi cura di Lilo, avrebbe adottato un provvedimento amministrativo (clicca qui per la definizione di provvedimento amministrativo) comportante l’obbligo per Nani di condurre la piccola Lilo in orfanotrofio.
Immaginiamo, inoltre, che a seguito dell’adozione del provvedimento indicato, Nani non si dia per vinta e decida, per tutelare i suoi diritti, di far cambiare idea alla Pubblica amministrazione ricorrendo avverso la sua decisione. Il ricorso contro una decisione della pubblica amministrazione si chiama ricorso amministrativo.
Questo strumento, in particolare, rappresenta un’istanza che una persona fisica (ma anche una persona giuridica) può presentare alla Pubblica amministrazione. Attraverso il ricorso amministrativo, infatti, il destinatario di un provvedimento amministrativo, che ritiene lo stesso lesivo di una propria situazione giuridica soggettiva, “impugna” il provvedimento dinanzi alla stessa Pubblica amministrazione, per ottenerne l’annullamento o la revoca.
Una delle caratteristiche fondamentali del ricorso amministrativo è proprio rappresentato dal fatto che l’interessato lamenta la presenza di un vizio di legittimità o di merito nel provvedimento amministrativo, chiedendone di conseguenza la riforma, non davanti al Giudice amministrativo, ma direttamente alla stessa autorità amministrativa che ha adottato il provvedimento ritenuto viziato.
Nel ricorso indirizzato alla Pubblica amministrazione, in particolare, l’interessato deve indicare: a) l’autorità alla quale il ricorso è diretto; b) gli estremi del provvedimento impugnato; c) i motivi alla base del ricorso (ossia i vizi di legittimità o di merito che si ritiene presenti nel provvedimento)
Torniamo alla nostra fiaba. Nani si rende conto che il provvedimento con cui Lilo viene internata in orfanotrofio è illegittimo perchè, ad esempio, presenta una motivazione contraddittoria. Nani, in tal caso, per poter ottenere l’annullamento del provvedimento amministrativo decide di presentare un ricorso amministrativo nel quale dovrà indicare gli elementi di cui sopra e, nello specifico, che il provvedimento: a) è stato emanato dal Comune dell’isola di Kauai (che, quindi, diviene destinatario del ricorso stesso); b) lo specifico giorno della sua adozione ed il numero di protocollo che gli è stato assegnato al provvedimento; c) è affetto da un vizio di legittimità (contraddittorietà della motivazione del provvedimento) e, per tale motivo, se ne richiede l’annullamento.
Esistono tre diverse tipologie di ricorso: il ricorso gerarchico; il ricorso in opposizione e il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Di quest’ultimo ne tratteremo in un prossimo articolo.
Il ricorso gerarchico, in particolare, consente all’interessato di impugnare un provvedimento di cui risulta essere destinatario dinanzi o all’organo gerarchicamente superiore rispetto a quello emanante (c.d. ricorso gerarchico proprio) o ad un organo diverso rispetto all’organo emanante (tra i due organi, tuttavia, non sussiste un rapporto di gerarchia, c.d. ricorso gerarchico improprio). Attraverso il ricorso gerarchico, inoltre, l’interessato potrà censurare eventuali vizi di legittimità o di merito presenti nel provvedimento chiedendone, contestualmente, l’annullamento o la revoca da parte della Pubblica amministrazione.
Immaginiamo che il Comune dell’isola di Kauai sia gerarchicamente sotto ordinato alla Provincia dell’isola di Kauai. Qualora Nani volesse avvalersi dello strumento di tutela rappresentato dal ricorso gerarchico, dovrà presentare lo stesso dinanzi alla Provincia (Pubblica amministrazione gerarchicamente competente a decidere dei provvedimento adottati dal Comune).
Per ricorso in opposizione, invece, si fa riferimento a quella tipologia di ricorso che deve essere rivolto alla stessa autorità amministrativa che ha adottato il provvedimento ritenuto invalido e non ad una autorità gerarchicamente superiore.
Questo strumento, in particolare, rappresenta un rimedio di carattere eccezionale, attraverso il quale l’interessato potrà impugnare il provvedimento amministrativo per motivi di legittimità o di merito, entro il termine di 30 giorni dalla notifica del provvedimento stesso.
Avvalendosi di tale mezzo di tutela, Nani dovrà presentare il ricorso amministrativo contro il provvedimento di internamento in orfanotrofio proprio di fronte al Comune dell’ ‘isola di Kauai (autorità emanante il provvedimento, ora oggetto di impugnazione).