L'incantesimo del lago ci racconta la lunga amicizia di due regni vicini e dei loro eredi al trono, Derek e Odette. A causa di divergenze tra i due, il matrimonio tanto agognato non potrà celebrarsi e, sulla strada del rientro al proprio reame, la carrozza del re e della principessa Odette viene assalita da una bestia.
Dietro tali sembianze animalesche si cela lo stregone Rothbart, un vecchio nemico del re che intende costringere Odette a sposarlo per ricevere la corona legalmente. Per convincerla, le lancia un incantesimo trasformandola in un cigno, costringendola a vivere in un castello fatiscente vicino alle sponde di un lago dove col sorgere della luna Odette può tornare umana ogni notte, per poi ritrasformarsi alle prime luci dell’alba.
L'art. 610 c.p. disciplina la violenza privata e prevede che "Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni. La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall’articolo 339."
La ratio dell'articolo è tutelare il bene giuridico della libertà morale quale autodeterminazione dell'individuo contro chiunque voglia limitarla o addirittura annullarla.
Difatti, Rothbart con la sua maledizione costringe Odette a trasformarsi ogni giorno in un cigno con l’intento ulteriore di convincerla che il matrimonio tra loro sia l’unica via per la liberazione dalla sua condizione di reclusa e mutaforme.
La condotta tipica, omissiva o commissiva che sia, è rappresentata da violenza e/o minaccia con cui il soggetto attivo costringe il soggetto passivo a fare, tollerare od omettere qualcosa. Sia la violenza sia la minaccia devono essere idonee a realizzare una costrizione e devono essere illegittime.
Inoltre, la violenza può essere propria, cioè impiegata attraverso la forza fisica, o impropria, ossia mediante un mezzo idoneo a comprimere la volontà della vittima.
Per quanto riguarda le caratteristiche della minaccia vi suggerisco la lettura dell'articolo “il reato di minaccia”.
Il reato di violenza privata si considera consumato nel momento in cui il soggetto costretto abbia fatto, tollerato od omesso quanto intimatogli dal soggetto attivo; può esservi tentativo sempre che la costrizione non si sia compiuta del tutto.
Per tutte queste ragioni, l'elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico, quindi dalla cosciente volontà di costringere un determinato soggetto a fare, tollerare od omettere qualcosa attraverso condotte violente e minacciose. Lo scopo effettivo risulta irrilevante, piuttosto valutabile ai soli fini dell'individuazione di aggravanti o attenuanti.
A tal proposito, il comma 2 dell’art. 610 c.p., facendo richiamo all'art. 339 c.p., prevede delle aggravanti del reato di violenza privata come nel caso in cui siano impiegate armi oppure quando la condotta sia posta in essere da una persona travisata o da gruppi di persone, e così via.
Nel caso di Odette e Rothbart ci troviamo di fronte anche ad un concorso formale di reati e precisamente tra il reato di violenza privata ed il reato di sequestro di persona.