"C'era una volta una goccia di sole caduta dal cielo e da quella piccola goccia nacque un magico fiore dorato."
Madre Gothel lo sapeva bene: dipendeva dalla sua magia per restare giovane. Fin quando un giorno, in un regno non lontano, la regina incinta si ammalò gravemente. Il re diede il via ad una disperata ricerca del magico fiore del sole che una volta ritrovato le salvò la vita. Così nacque una bellissima bambina dai capelli dorati, proprio come il sole: Rapunzel.
Madre Gothel voleva a tutti i costi ritrovare la fonte della sua giovinezza e si introdusse nel castello, sicura che la bambina avesse avuto in dono i poteri magici del fiore. Infatti, bastava intonare un canto perché i suoi capelli risplendessero, facendole riacquistare l'agognata giovinezza.
Fu in quel momento che Madre Gothel, consapevole di non poterne tagliare solo una ciocca perché i capelli avrebbero perso la loro magia, commise il reato di cui all'art. 574 del codice penale: sottrazione di persone incapaci. L'articolo si applica in tutte le ipotesi in cui ad essere sottratto sia un soggetto incapace di gestire la propria libertà di movimento, proprio come un neonato.
La piccola Rapunzel nulla poteva contro Madre Gothel e difatti il reato si consumò, fintanto che da adulta non scoprì la realtà grazie ad un fugace ricordo della sua vita precedente.
L'art. 574 c.p. al suo primo comma cita testualmente che "chiunque sottrae un minore degli anni quattordici, o un infermo di mente, al genitore esercente la responsabilità genitoriale, al tutore, o al curatore, o a chi ne abbia la vigilanza o la custodia, ovvero lo ritiene contro la volontà dei medesimi, è punito, a querela del genitore esercente la responsabilità genitoriale, del tutore o del curatore, con la reclusione da uno a tre anni."
Il reato compiuto da Madre Gothel è di tipo plurioffensivo poiché lede sia il diritto alla potestà genitoriale del re e della regina sia il diritto di Rapunzel ad avere una vita di relazione nel suo originario nucleo familiare e quindi vivere secondo le indicazioni e determinazioni dei genitori, oltre che ereditare e godere dello status di principessa.
La norma però non esclude che il soggetto attivo del reato di sottrazione di minore possa essere sia una persona estranea, come nel caso di Madre Gothel, sia uno dei due genitori a patto che la condotta di colui che sottrae il minore intenda pregiudicare totalmente la potestà genitoriale dell'altro.
L'elemento soggettivo del reato di sottrazione di incapaci è integrato dal dolo generico e consiste nella cosciente volontà dell'agente di sottrarre il minore. Madre Gothel decide di rapire Rapunzel dopo essersi introdotta di soppiatto nel castello e aver scoperto di doverla avere sempre con sé per sfruttare il potere del fiore magico.
È inoltre un reato permanente caratterizzato da un'azione iniziale costituita, appunto, dalla consapevole sottrazione di minore e dalla successiva protrazione della condotta antigiuridica attuata con la ritenzione dell'incapace ed un comportamento diretto a mantenere l'esclusivo controllo sullo stesso per i fini più disparati.
Madre Gothel, infatti, dopo aver rapito Rapunzel, al fine di mantenere la sua giovinezza, detiene sulla principessa un controllo genitoriale in quanto la cresce in solitudine e segregazione in una torre nascosta nella foresta, costringendola a non uscire di casa per non dover perdere il suo elisir di lunga vita.
Comportandosi come una madre apprensiva, genera in Rapunzel molti sensi di colpa che, nonostante il suo desiderio di libertà, la fanno desistere dal deludere quella che ai suoi occhi è sua madre da ben diciotto anni.
Il delitto è però configurabile anche in caso di una sottrazione momentanea atta ad infrangere il rapporto di subordinazione tra il neonato/minore ed il/i genitore/i. Ciò che appunto conta è l'interruzione del rapporto parentale e dei conseguenti legami affettivi, familiari, educativi che scaturiscono dallo stesso.
Sarebbe stato tale anche nel caso in cui le ricerche della principessa perduta avessero condotto al nascondiglio di Madre Gothel pochi giorni dopo il rapimento poiché sulla bambina sarebbe stato comunque esercitato un controllo parentale non originario con conseguenti abitudini di vita diverse oltre che il diverso "habitat naturale", seppur per un tempo limitato.
Non è inoltre da escludersi l'esistenza del tentativo nella sottrazione di incapaci e/o minori purché si sia in presenza di azioni idonee a creare una situazione di pericolo attuale, ad esempio laddove il re e la regina fossero riusciti a scacciare per tempo dalle stanze reali Madre Gothel in procinto di rapire la piccola principessa.
Dal canto suo il reo ha la possibilità di porre fine alla situazione antigiuridica fintanto che la sua cessazione non intervenga per sopravvenuta impossibilità o per la pronuncia di una sentenza di primo grado.
Ad ogni modo, l’atto di sottrazione del minore configura sempre il reato di cui all’articolo 574 c.p. senza che sia esclusa la possibile integrazione del delitto di sequestro di persona. Ciò che rileva è che il reato di sottrazione di incapace/minore tutela principalmente la potestà genitoriale sul minore/incapace ed ovviamente sul neonato.
Si potrebbe parlare di concorso di reati poiché le due norme non sono tra loro alternative e l'una non assorbe l'altra. Hanno diverso oggetto in quanto il reato di sottrazione di persone incapaci tutela l'affidamento del minore e la sua custodia o, nel caso di sottrazione da parte di uno dei genitori, l'esercizio della potestà genitoriale dell'altro, mentre il reato di sequestro di persona tutela la libertà fisica ed il movimento del minore implicando pertanto che quest'ultimo sia cosciente e possa opporre resistenza al fine di proteggere la propria libertà.
Ciò è possibile solo perché i due reati tutelano beni giuridici e diritti soggettivi distinti e, per ciò stesso, solo occasionalmente coincidenti nella stessa condotta antigiuridica.
Eppure, per configurarsi il reato di cui all'art. 605 c.p., in concorso con il reato di cui all'art. 574 c.p., non è sufficiente la ritenzione del minore di anni quattordici contro la volontà del genitore ma è necessaria la limitazione della libertà personale del minore con sua conseguente opposizione.
Laddove però si trattasse di neonato non potrebbe configurarsi il concorso poiché il minore, in questo caso, non potrebbe in alcun modo né rendersi conto della sottrazione né opporvisi per incapacità insita alla sua età neonatale. Pensiamo a Rapunzel che non comprende la limitazione della sua libertà rispetto alla sua famiglia naturale poiché è cresciuta ritenendo che la donna che l'ha rapita sia sua madre.
Una nota interessante, e però parzialmente difforme dall'orientamento generale, è rappresentata dalla riforma del 2009 che, in riferimento all'art. 605 c.p., ha aggiunto l'aggravante che prevede per il sequestro di persona un aumento di pena nel caso in cui il fatto sia commesso in danno al minore, non prevedendo per costui una soglia minima di età e lasciando intendere la volontà di fornire maggiore tutela a tutti i minori degli anni quattordici, nessuno escluso.
Infine, potrebbe esservi concorso di reati anche nel caso in cui la condotta antigiuridica sia posta con lo scopo di conseguire un ingiusto profitto ed estorcere un prezzo per la liberazione del minore/incapace. Difatti l'art. 630 c.p. che prevede il sequestro a scopo di estorsione, tende a preservare la libertà personale del soggetto la cui inviolabilità è stabilita dall'art. 13 della Cost., ledendo sempre il diritto alla genitorialità e subordinandolo ad un compenso economico.
Nel caso di Madre Gothel però non c'è bisogno di chiedere un riscatto in quanto il suo profitto è tutto nei lunghissimi e dorati capelli di Rapunzel. Possiamo quindi confermare che il reato commesso ai danni dei regnanti e della principessa sia proprio quello di cui all'art. 574 c.p..
Fortunatamente entra in gioco Eugene che dà un taglio netto alla chioma di Rapunzel: i capelli così si scuriscono all'istante e la principessa, ormai anche maggiorenne, è finalmente libera dal giogo di Madre Gothel e può tornare dalla sua famiglia.