In una scena cruciale del cartone Frozen, Anna ha disperatamente bisogno del bacio del vero amore per salvarsi la vita. Infatti, Elsa l'ha involontariamente colpita, ghiacciandole il cuore. Tuttavia, quando Anna chiede a Hans delle Isole del Sud di baciarla, quest’ultimo le rivela di non averla mai amata e di avere cospirato per riuscire a regnare su Arendelle. La rinchiude in una stanza del palazzo e si dirige dai dignitari di Arendelle, annunciando loro che la regina Elsa ha ucciso Anna.
In realtà, Anna è ancora viva e potrebbe salvarsi.
Hans delle Isole del Sud, imputando deliberatamente la morte di Anna ad Elsa, commette il delitto di calunnia, di cui all'art. 368 c.p. Secondo questa norma,
"Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne o alla Corte penale internazionale, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni".
La calunnia è un reato plurioffensivo. Il bene giuridico tutelato è, da un lato, la corretta amministrazione della giustizia e, dall'altro lato, l’onore ed eventualmente la libertà personale della persona ingiustamente e falsamente incolpata. Nel nostro esempio, infatti, Elsa viene ingiustamente accusata di altro tradimento e, poco dopo, arrestata: questo comporta una compromissione del suo onore e della sua libertà personale. Inoltre, l'amministrazione della giustizia viene intralciata perché il vero impostore, Hans delle Isole del Sud, viene smascherato solo in un secondo momento.
Si tratta di un reato di pericolo. Ai fini della sua configurabilità è sufficiente la mera possibilità che l’autorità giudiziaria si attivi per reprimere il reato falsamente addebitato. Possiamo immaginare che i dignitari rappresentino l'autorità giudiziaria perché, una volta appresa la notizia della morte di Anna, non esitano ad incriminare Elsa per alto tradimento.
Il reato si configura anche qualora venga attribuito un fatto diverso e più grave da quello effettivamente commesso dall’incolpato, e, specularmente, anche in caso di maliziosa omissione narrativa. È proprio il caso che stiamo esaminando: è vero che Elsa ha colpito Anna ma lo ha fatto involontariamente e, soprattutto, non l'ha uccisa. Potrebbe, quindi, al più essere accusata di omicidio o lesioni colpose.
La calunnia può essere formale, quando la falsa affermazione che sia stato commesso un reato da parte del soggetto passivo è contenuta in una denuncia, querela, richiesta o istanza indirizzata all’autorità giudiziaria. Possiamo immaginare che la comunicazione ai dignitari equivalga a una denuncia. La calunnia può essere anche reale, quando l'agente simula le tracce di un reato mai avvenuto, indirizzando l’autorità giudiziaria verso un soggetto determinato.
Per quanto riguarda l'elemento soggettivo, l'agente deve accusare una persona che egli sa essere innocente, per cui non basta il mero dolo eventuale. Nel nostro esempio, Hans ha probabilmente il dolo intenzionale: sa che Anna è viva perché, oltre ad averla vista, è stato proprio lui a rifiutarsi di salvarla e a rinchiuderla nel palazzo.
Si mette male per il nostro Hans… e voi cosa ne pensate? Se foste il giudice, condannereste Hans delle Isole del Sud per il delitto di calunnia?