Bart Simpson, il primogenito di Homer e Marge, è un bambino pestifero e monello che ama combinare guai. Ma oltre a fare marachelle nei confronti di tutti gli abitanti di Springfield, Bart ama rifugiarsi in un posto ben preciso: la “casa sull’albero“.
Costruita sull’albero adiacente alla casa della famiglia Simpson, con tavole di legno e chiodi, Bart si diverte a giocare nella stessa col suo migliore amico Milhouse.
Cosa c’entra la casetta di Bart col diritto amministrativo? Per rispondere a questo quesito, è necessario fare una premessa.
Per realizzare la casa sull’albero, Homer poteva seguire due diverse “strade”: richiedere al Comune di Springfield il rilascio di un particolare provvedimento di autorizzazione (chiamato “permesso di costruire“) o avvalersi dell’istituto della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (di seguito SCIA), di cui ci occupiamo in questo articolo.
Con l’intenzione di semplificare i rapporti tra P.A. e cittadino e di liberalizzare determinate attività che il privato intende porre in essere, l‘art. 19 della Legge 241/90 contiene la disciplina della SCIA. Attraverso tale strumento, in particolare, si consente al privato di "segnalare" alla Pubblica amministrazione l’intenzione di intraprendere una determinata attività (ad esempio attività commerciali, imprenditoriali, artigianali ma anche edilizie)
Dalla data di presentazione della segnalazione, l’attività oggetto della stessa potrà essere iniziata immediatamente senza la necessità di dover ottenere, in via preventiva, l’adozione di uno specifico provvedimento da parte dell’Amministrazione (per la definizione di provvedimento amministrativo clicca qui).
Come precisato dall'art. 19, comma 1 della Legge 241/90, infatti, la segnalazione dell'interessato sostituisce "ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio di attività imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifici strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi".
Ritorniamo ai nostri amici Simpson. Per costruire la casa sull’albero, Homer decide di avvalersi dello strumento della SCIA. In questo caso papà Simpson dovrà presentare l’atto/segnalazione – nel quale rappresenta l'intenzione di iniziare la costruzione della casetta nel proprio giardino – al competente ufficio del Comune di Springfield.
La segnalazione di Homer, corredata dall'apposita documentazione prevista dall'art. 19 della Legge 241/90 (ad esempio dichiarazione sostitutiva di certificazione), consentirà allo stesso di iniziare i lavori di costruzione senza dover aspettare che l’ufficio del Comune si pronunci sulla segnalazione presentata.
Immaginiamo, però, che dalla documentazione prodotta insieme alla SCIA emerga che Homer non è in possesso dei requisiti richiesti dalla legge per poter svolgere l’attività di costruzione della casetta sull'albero….. il Comune di Springfield potrebbe fare qualcosa per fermarlo?
La risposta è positiva.
L’art. 19, comma 3 attribuisce alla Pa il potere di adottare "motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa" in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti che la legge (o atti amministrativi a contenuto generale) richiede per lo svolgimento dell’attività oggetto di SCIA.
Tale potere inibitorio, precisa il comma in esame , potrà essere esercitato " nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della segnalazione" (ridotto a 30 giorni nel caso di SCIA in materia edilizia).
Nell’eventualità in cui il Comune di Springfield non riesca ad adottare i provvedimenti sopra indicati nel termine di 60 giorni, Homer non potrà tuttavia tirare un sospiro di sollievo e pensare di averla fatta franca.
L‘art. 19, comma 4, infatti, consente alla P.A. di adottare questi provvedimenti inibitori anche dopo la scadenza del termine di 60 giorni ma solo se sussistono le condizioni che l’art. 21 nonies prevede per l’esercizio del potere di annullamento d’ufficio (per la definizione dell’annullamento d’ufficio clicca qui).
Tali condizioni, in particolare, sono rappresentate:
a) dalla sussistenza delle ragioni di interesse pubblico all’esercizio del potere inibitorio da parte della P.A.;
b) dalla valutazione degli interessi dei destinatari (Homer) e dei controinteressati del provvedimento di divieto di prosecuzione dell’attività;
c) dal rispetto del termine di 18 mesi.