Con Yzma abbiamo analizzato le caratteristiche del reato impossibile che va, però, distinto dal delitto tentato.
Il tentativo si configura quando, pur essendo stati posti in essere atti idonei a compiere il reato, esso risulta imperfetto perché non raggiunge la sua consumazione.
Pensiamo a Malefica e alla maledizione che scaglia sulla piccola Aurora: "prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà".
L’art. 56 c.p. stabilisce che
“chi compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto tentato se l’azione non si compie o l’evento non si verifica”.
Malefica, difatti, pone in essere tutti gli atti idonei per compiere la sua maledizione: nonostante nel Regno fossero stati bruciati tutti i fusi degli arcolai, ella ne fa apparire uno stregato, idoneo a minacciare la vita di Aurora.
Supponiamo però che, Aurora, pur toccando il fuso dell'arcolaio con il quale Malefica la minaccia, non si punga: in questo caso l'azione non verrà portata a compimento e la principessa non morirà.
Nonostante ciò, pur non essendosi consumato il delitto, risulta evidente la volontà di Malefica di uccidere Aurora per mera vendetta, pertanto sussisterà il tentativo di commettere il delitto.
Il reato impossibile, invece, ricorre quando l’azione è portata a compimento fino alla fine, ma l'evento tipico del reato non si è verificato. Ciò perché, secondo il principio di offensività non può esserci reato senza un’offesa a un bene giuridico tutelato dalla norma.
Supponiamo il caso in cui Aurora invece di trovarsi di fronte ad un arcolaio con la punta aguzza di ferro si ritrovi invece davanti ad un arcolaio di cartone con una piccola punta di carta. In questo caso, anche qualora la principessa si pungesse e l’azione criminosa si verificasse nella sua interezza, l'evento morte non si concretizzerebbe, in quanto l’offensività (in questo caso dell’arcolaio) è inesistente.