Prima con un po' di incertezza ma poi con sveltezza, Aladdin prende la Lampada magica dalla Caverna delle Meraviglie in cui lo aveva mandato Jafar che per l'occasione si era trasformato in vecchietto.
Così facendo però il nostro eroe non possiede questa magica lampada bensì la detiene.
Infatti, ex art. 1140 c.c. il possesso si configura con "il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale". Il possessore quindi ha un potere materiale sulla res quasi assoluto in quanto si comporta come se fosse il proprietario della cosa. Il secondo comma della summenzionata norma specifica poi che "si può possedere direttamente o per mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa". Con tale ultimo inciso viene definita la detenzione che è un possesso indiretto della cosa, dovuto dal fatto che il detentore riconosce l'altrui proprietà o l'altrui diritto reale sulla cosa.
Nel nostro caso, Aladdin sa benissimo che quella lampada non è sua bensì di Jafar che gli ha chiesto di andarla a prendere dentro la grotta per poi consegnargliela.
La differenza principale fra le due situazioni quindi è l'elemento psicologico: il possessore si comporta come se fosse titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale ( ha cioé il cd. animus possidendi), il detentore invece è carente di tale requisito poiché costui riconosce ( o dovrebbe riconoscere) l'altruità del diritto di proprietà o diritto reale (animus detinendi).
Il detentore (di regola) non ha affatto la volontà di esercitare poteri sulla res a nome proprio, poiché la sua relazione con la cosa si fonda sempre sulla titolarità di un diritto personale ( e non reale) di godimento, nell'interesse proprio o altrui, per ragioni di servizio o di ospitalità.
Quindi Aladdin, nel prendere la lampada di Jafar non diventa possessore di questa bensì detentore poiché quest'ultima appartiene al Gran Visir.