Si sa, più gli uomini sono potenti, più piaceri vogliono provare.
È questo il caso dell'imperatore della Cina che, nella lotta finale con Attila, mostra agli ai cattivi Unni (che comunque già potevano intuire) di possedere delle concubine.
Anche se per l'epoca era ben accetta tale pratica, in Italia, il delitto di CONCUBINATO, era un reato socialmente rilevante, al pari dell'adulterio, poiché il marito dava pubblica conoscenza dei suoi tradimenti verso la moglie.
Il delitto di concubinato veniva disciplinato all'articolo 560cp e prevedeva, dopo la querela della moglie, sia per il marito che per la concubina/e, la stessa pena della reclusione per un massimo di due anni solo se era noto il luogo della sua relazione extra coniugale o se tale "affaire" si svolgeva nelle mura domestiche (e tutti lo sapevano).
Se invece supponiamo che fosse la moglie dell'Imperatore a "divertirsi" fuori dal rapporto coniugale si tratterebbe di ADULTERIO. In questo caso, ex art. 559cp, a querela del marito, la moglie e l'amante subivano la pena della reclusione fino ad un anno.
NOTA MOLTO BENE: 1) il delitto di concubinato è la versione "al maschile" dell'adulterio
2) entrambe i reati sono stati dichiarati costituzionalmente illegittimi nel 1968 e 1969. La ratio, secondo l'avvocatura statale, sta nel voler "salvaguardare l'unità familiare".
3) ORA questi due ex delitti hanno conseguenze SOLO civilistiche quali, per esempio, l'addebito della separazione ad uno dei due coniugi.