San Pietroburgo, 1926. Una giovanissima Anya, appena uscita dall'orfanotrofio, cerca risposte sul suo passato. Vuole andare a Parigi e, a questo scopo, accetta di unirsi a Dimiri e Vladimir, che la convincono a fingersi la granduchessa Anastasia, sopravvissuta all'attentato perpetrato dallo stregone Rasputin ai danni della famiglia dello Zar Nicola II Romanov.
Anya, che è davvero la granduchessa Anastasia, sale così su un treno che l'avrebbe portata, insieme ai due giovani, da San Pietroburgo a Parigi.
Rasputin lo scopre e, nel tentativo di uccidere l'ultima superstite della famiglia Romanov, fa deragliare il treno su cui Anya viaggia: manda un'orda di spiriti demoniaci che, separata la carrozza su cui si trovano Anya, Dimitri e Vladimir dal treno, mandano la locomotiva a velocità folle verso un ponte distrutto. Il treno cade così nel vuoto, causando verosimilmente la morte di tutti i passeggeri a bordo ma non quella di Anastasia e dei due fedeli amici, i quali riescono a salvarsi gettandosi nella neve.
Che reato commette Rasputin?
Potrebbe trattarsi del delitto di disastro ferroviario, di cui all'articolo 430 codice penale che recita: "chiunque cagiona un disastro ferroviario è punito con la reclusione da cinque a quindici anni".
Siamo nell'ambito dei delitti contro l'incolumità pubblica, che è il bene giuridico protetto: viene tutelata la messa in pericolo, attraverso il danneggiamento dei trasporti ferroviari, di un numero indeterminato di persone, non individuabili a priori.
Autore del reato può essere chiunque: si tratta, quindi, di un reato comune, che può essere commesso anche da Rasputin.
La condotta tipica è quella di "cagionare un disastro ferroviario": ma cosa significa? Deve trattarsi di un evento connotato da straordinarietà di effetti, per gravità, complessità ed estensione ed indeterminatezza del pregiudizio a cose e persone, di entità e diffusività significativamente ampie, ancorchè di proporzioni non necessariamente "immani".
Quello di cui ci stiamo occupando, ad esempio, è un evento che ha le caratteristiche descritte perché Rasputin, dopo essersi assicurato che nessuno potesse fermare il treno, distrugge il lungo ponte su cui tutto il treno di lì a breve sarebbe passato, facendolo precipitare nel vuoto insieme a tutti i suoi passeggeri.
Per cagionare il disastro ferroviario, Rasputin si serve della sua orda di spiriti che, dopo essersi liberati del capotreno, distruggono il ponte su cui passavano i binari. Questa condotta può integrare gli estremi del delitto di disastro ferroviario perché si tratta di un reato a forma libera e di evento: cioè si tratta di un reato in cui la norma non descrive esattamente la condotta che l’autore del fatto deve porre in essere per integrare il reato ma sancisce la libertà di condotta dell’autore.
L’unica condizione posta dalla norma è che questa condotta porti inevitabilmente alla verificazione di un evento-disastro che effettivamente esponga a pericolo la pubblica incolumità (il bene giuridico protetto). Nel nostro caso, quindi, Rasputin, in qualsiasi modo e mezzo avrebbe potuto provocare il disastro senza che una determinata azione escluda la punibilità del reato rispetto ad un’altra.
Veniamo alla caratteristica dell'elemento oggettivo del delitto che stiamo esaminando. Il disastro ferroviario è un reato di pericolo: cioè è sufficiente che la condotta crei un pericolo potenziale per la collettività ma, in osservanza del principio di colpevolezza, il giudice deve comunque valutare il potenziale lesivo dell'evento.
Il deragliamento di un treno è un fatto che, di per sé, espone a un pericolo potenziale ma, nel caso che stiamo esaminando, lo è stato anche di fatto, perché ha cagionato la morte di tutti coloro che si trovavano a bordo.
Quanto all'elemento soggettivo, è richiesto solo il dolo generico di cagionare il disastro ferroviario e non anche quello di cagionare la morte di una o più persone, tipici invece dei delitti di strage. Rasputin era probabilmente mosso dal fine di uccidere, non da quello di cagionare il disastro ferroviario: quest'ultimo è stato usato solo come mezzo al fine di uccidere. Il nostro protagonista, infatti, voleva uccidere Anastasia al punto da cagionare la morte di altre persone, con il deragliamento del treno.
Il fine di uccidere è, invece, tipico del delitto di strage. In quale altra fiaba c'è una "cattiva" che si rende responsabile di questo reato? Lo scopriremo insieme nella prossima fiaba.