All’interno della mente di Riley Andersen si trova un quartiere generale gestito da cinque emozioni.
Gioia, gialla come il sole. Il suo tratto distintivo è quello di brillare più di una stella. Il suo compito è garantire la felicità alla ragazza.
Disgusto, altera e snob, si accerta che Riley non venga contaminata negativamente né a livello fisico né sociale.
Paura, che è sufficiente sussurrargli "booh" per farlo scappare, mantiene la ragazza lontano dai pericoli.
Rabbia, il paladino infuocante della giustizia, impedisce che Riley subisca torti e dispiaceri.
Infine c’è Tristezza, un’armoniosa miscela di amore e malinconia.
Le cinque emozioni dirigono la mente di Riley agendo su una console piena di comandi. Ogni gesto della ragazza corrisponde un'emozione che dà origine a un ricordo, una piccola sfera luminosa del colore dell’emozione legata ad esso.
Ora, concentriamoci sulla primissima scena del film ossia quando la piccola Riley è ancora legata al ventre della mamma Jill.
La domanda che ci poniamo questa volta è la seguente: Riley, nelle vesti di concepita, può essere considerata un soggetto titolare di diritti e di doveri, o deve necessariamente "venire al mondo"?
Occorre, per rispondere al quesito, ricordare la definizione di "capacità giuridica" e comprendere cosa sia un concepito.
Con l’espressione "capacità giuridica" s'intende l’attitudine di un essere umano ad essere titolare di diritti e doveri. Essa si acquista con la nascita e si perde con la morte (vedi articolo al seguente link).
Il concepito, invece, è l’essere umano al primo stadio del suo sviluppo biologico, ed in senso giuridico, la definizione fa riferimento a tutto il periodo precedente alla nascita. Prima di "venire al mondo", il concepito non ha capacità giuridica e tutti i diritti riconosciuti dall'ordinamento dipendono dall’evento nascita.
Nonostante l'acquisto della capacità giuridica si collegato alla nascita (ex art. 1, comma 1, c.c. ), nel secondo comma dell'articolo citato, si prende eccezionalmente in considerazione la condizione del concepito, riconoscendogli alcuni diritti subordinati, però, all’evento della nascita.
In tal senso, tra i casi più rilevanti previsti dalla Legge, possiamo ricordare i seguenti:
- Ai sensi dell'articolo 462, comma 1, del codice civile, possono diventare eredi tutti coloro che nascono o vengono concepiti al momento dell’apertura della successione. Al seconda comma della suddetta disposizione, si precisa che “deve presumersi concepito al tempo dell’apertura della successione colui la cui nascita avvenga entro 300 giorni dalla morte del de cuius".
- Ai sensi dell'articolo 784 del codice civile, il concepito è capace di ricevere per donazione.
Si tratta, in entrambi i casi sopra menzionati, di una serie di diritti provvisori che conferiscono al concepito, quale soggetto meritevole di tutela da parte dell'ordinamento giuridico, una sorta di capacità giuridica "provvisoria" o ad "acquisto progressivo".
A tal proposito, è doveroso sottolineare che la nascita rappresenta un evento in assenza del quale non si possono consolidare i diritti, quali quelli appena menzionati, che la Legge riconosce in via provvisoria al concepito.
Possiamo fare il seguente esempio. Riley, ancora dentro al ventre della mamma, riceve per donazione la casa di famiglia ai sensi dell'art. 784 c.c. diventando così titolare di una capacità giuridica "provvisoria". Nel caso in cui la piccolina venga successivamente al mondo, la casa ricevuta in dono diventa sua. In caso contrario, ossia qualora la bambina non nasca o nasca morta, la titolarità della capacità giuridica "provvisoria", acquistata nelle vesti di concepita, scompare (si estingue retroattivamente): Riley non essendo nata non può essere considerata un soggetto titolare di capacità giuridica.
Infine il concepito, pur non possedendo un'effettiva capacità giuridica, è un soggetto di diritto, in quanto titolare di una moltitudine di interessi personali riconosciuti sia a livello nazionale che sovranazionale, quali: il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto all’identità personale, il diritto ad una nascita sana, cioè un diritto che tuteli l'incolumità di ogni embrione inteso come entità vivente e il diritto all'onere.
In conclusione, a proposito del quesito iniziale ossia se il concepito possa possedere o meno una capacità giuridica, si sono formati due orientamenti interpretativi opposti:
- Il primo, quello prevalente, afferma che il concepito non ha capacità giuridica. E' necessario l'evento nascita per acquistarla.
- Seconda un'altra opinione, minoritaria ma degna di interesse, il concepito possiede una capacità giuridica "provvisoria", in quanto soggetto di tutela giuridica, che diventerà definitiva con la nascita oppure scomparirà (cioè si estinguerà retroattivamente) nel caso in cui il concepito non verrà al mondo.
La condizione giuridica del concepito rimane una questione aperta e dibattuta all’interno dell'ordinamento italiano. Secondo voi il concepito può essere considerato un titolare di diritti e di doveri?