Lilli viene incatenata da Zia Sara, molto arrabbiata perché è fuggita da casa: Zia Sara utilizza, quindi, la catena come punizione.
Lilli non è in grado di girare liberamente e questa privazione di libertà le provoca molta tristezza. Oltretutto non è assolutamente abituata ad un tale trattamento, dal momento che Gianni e Lisa le vogliono molto bene e sono sempre amorevoli con lei. Inoltre, se Lilli – per proteggere il bambino dal topo – non si fosse liberata, Zia Sara l'avrebbe tenuta legata all'aperto, durante la stagione invernale, per tutta la notte.
L’uso delle catene è consentito in via eccezionale, per provvedere ad esigenze di cura sanitaria e di benessere dell’animale, per il solo periodo nel quale si debba procedere a tali incombenze. Quindi è consentito legare alla catena il cane per brevi periodi di tempo come quello necessario per pulire la cuccia o il recinto.
La Cassazione, con riguardo all'apposizione delle catene agli animali, ha rilevato come i reati ipotizzabili siano due. In primo luogo, la contravvenzione di cui all'art. 727 c.p., che punisce chiunque abbandoni o detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura e di conseguenza producono nell’animale gravi sofferenze, come lesioni alla sua integrità fisica o patimenti non necessari per la sua custodia e/o allevamento.
L'altro reato astrattamente configurabile è quello previsto dall'art. 544 c.p. che punisce chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni una lesione ad un animale ovvero lo sottoponga a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. Ad esempio tenere un animale legato a una catena di 120 cm, in uno spazio ristretto, esposto per più ore al giorno al sole.
Pare potersi ritenere che Zia Sara sia responsabile della contravvenzione di cui all'art. 727 cp. Fortunatamente la convivenza con la zia dura poco e presto torna tutto alla normalità con il rientro di Gianni e Lisa.