A Nottingham regnano povertà e paura da quando il Principe Giovanni ha usurpato la corona del fratello Riccardo Cuor di leone. Robin Hood è l’unica speranza per il popolo: ruba ai ricchi per dare ai poveri e tutti lo adorano.
Ma cosa succede, a livello sanzionatorio, quando chi ha già commesso un reato – e ha subito una condanna – ne commette un altro?
Si applica l'aggravante della recidiva, disciplinata dall'art. 99 c.p. Secondo questa norma:
"Chi, dopo essere stato condannato per un delitto non colposo, ne commette un altro, può essere sottoposto ad un aumento di un terzo della pena da infliggere per il nuovo delitto non colposo".
Immaginiamo, quindi, che commesso un furto di gioielli del Principe (furto con destrezza), il nostro Robin Hood sia sottoposto a processo e condannato e, in un secondo momento, venga nuovamente sorpreso a rubare.
Abbiamo detto che la recidiva si applica in presenza di queste condizioni: condanna con sentenza definitiva per aver commesso un delitto doloso, cui segua la commissione di un altro reato, parimenti doloso.
Nella situazione che stiamo immaginando, il "ladro gentiluomo" viene condannato in via definitiva per un furto (reato non colposo) e, in seguito, ne commette un altro. In presenza di queste condizioni, il giudice che procede per il secondo furto potrebbe dichiarare Robin Hood recidivo e, in conseguenza di ciò, applicare un aumento di pena.
È sempre l'art. 99 c.p. che ci dice in cosa consiste l'aumento, a seconda del tipo di recidiva.
È semplice la recidiva del soggetto che compie un nuovo delitto non colposo: in tal caso il giudice ha la facoltà di aumentare di un terzo la pena.
Si parla poi di recidiva aggravata in tre casi particolari. Si ha recidiva aggravata specifica quando l’agente compie un reato della stessa indole di quello per cui era stato condannato (ad esempio, è già stato condannato per un furto e ne commette un secondo, come nel caso di Robin Hood). Se, invece, il secondo reato viene compiuto entro cinque anni dalla condanna precedente, si parla di recidiva aggravata infraquinquiennale. Infine, l’ultima ipotesi di recidiva aggravata si ha quando il reato viene commesso durante o dopo l’esecuzione della pena o durante in periodo in cui il condannato si sottrae volontariamente alla pena. L’aumento diviene necessariamente della metà qualora ricorrano simultaneamente più casi di recidiva aggravata (c.d. recidiva "pluriaggravata").
Probabilmente, nel caso di Robin Hood si tratterebbe di recidiva pluriaggravata: specifica, in quanto la scaltra volpe commette generalmente reati contro il patrimonio, quindi reati della stessa indole; infraquinquennale, perché i furti avvengono in un arco temporale abbastanza breve; se immaginiamo che, ricevuta la condanna, il nostro protagonista si sia sottratto alla pena, ci sarebbe anche la terza ipotesi di recidiva aggravata ovverosia la recidiva pluriaggravata.
La recidiva reiterata, infine, si verifica quando l’agente sia già stato precedentemente dichiarato recidivo e commette un ulteriore delitto non colposo: possiamo immaginare che Robin Hood, ricevuta una prima condanna e dichiarato poi recidivo a seguito di un secondo furto, ne commetta un terzo. In relazione a questo terzo furto potrebbe essere dichiarato recidivo reiterato. Se la recidiva reiterata è semplice l’aumento di pena è della metà; se invece è aggravata l’aumento è di due terzi.
Va ricordato che, trattandosi di una circostanza del reato, la recidiva è soggetta al bilanciamento con le attenuanti ex art. 69 c.p., seppur con i limiti previsti dagli ultimi due commi dell'art. 99 c.p..
Il buon Robin Hood, quindi, potrebbe non subire alcun aumento di pena se il giudice ritenesse prevalenti o equivalenti le circostanze attenuanti, valorizzando ad esempio i motivi che hanno spinto la volpe a diventare il "ladro gentiluomo".
Voi come vi comportereste se foste il giudice?