Nella storia de "Le follie dell'imperatore", la perfida consigliera dell’imperatore, Yzma, cerca a tutti i costi di prendere il potere del giovane e viziato imperatore Kuzco. La donna è talmente accecata dalla sua fame di potere che tenta di uccidere il governante e, pensando di esserci riuscita, si auto-proclama imperatrice.
Nel sostituirsi all'imperatore (anche quando viene a conoscenza del fatto che Kuzco non è affatto morto), Yzma commette il reato di usurpazione di potere politico o di comando militare sancito dall'art. 287 c.p..
La norma punisce "chiunque usurpa un potere politico, ovvero persiste nell'esercitarlo indebitamente" nonché "chiunque indebitamente assume un alto comando militare". Essa tutela la legittimità dell'esercizio di determinate funzioni politiche o militari.
Con il termine usurpazione si intende l'assunzione da parte di un soggetto di un potere che per legge non gli spetterebbe. Tale condizione è poi equiparata al caso in cui un soggetto che sia stato precedentemente e legittimamente rivestito di un potere, persista nell'esercitarlo anche dopo che per qualsiasi motivo non ne sia più autorizzato.
L’oggetto dell’usurpazione, affinché si verifichi la fattispecie in parola, è il potere politico. Con esso dobbiamo intendere la potestà di imperio che spetta al Capo dello Stato e agli organi legislativi ed esecutivi. Che nel caso della fiaba presa in considerazione è proprio l'imperatore Kuzco ed il suo potere di governare l’impero.
Questo è quanto differenzia tale disposizione dall'art. 347 c.p. che disciplina, invece, l'usurpazione di funzioni pubbliche. Cioè, il caso in cui un soggetto si appropri indebitamente di una pubblica funzione o di attribuzioni inerenti a un pubblico impiego. Ovvero, anche in questo caso, il pubblico ufficiale o impiegato che continua ad esercitare indebitamente le funzioni, dopo esserne stato destituito.
L'art. 287 c.p. sancisce che la pena prevista per l'usurpatore del potere politico sia quella della reclusione da sei a quindici anni. La medesima pena è inoltre prevista anche per colui che indebitamente assuma un alto comando militare, cioè quello conferito direttamente dal governo e non dalla stessa autorità militare.
Il terzo comma della norma prevede, invece, la pena dell'ergastolo nel caso in cui il fatto sia stato commesso in tempo di guerra o se abbia compromesso l'esito delle operazioni militari.
Da ultimo, deve evidenziarsi che dal punto di vista soggettivo è richiesto il dolo generico, vale a dire la coscienza e volontà di usurpare un potere politico o militare. Nel caso di Yzma, certamente tale dolo è presente essendo lei stessa che cerca di sbarazzarsi dell'imperatore Kuzco.