Ssssenti un po', ma cossssa c'è qui?? Un cucciolo d'uomo, uno squisitissimo cucciolo d'uomo!"
Queste sono le parole che Kaa, il pitone delle rocce indiano dell'adattamento Disney de "Il libro della giungla", rivolge al piccolo Mowgli, protagonista della storia.
Le parole di Kaa rendono evidente una realtà scomoda ma inevitabile in Natura: la legge del più forte.
Poi, che Kaa fallisca miseramente ogni volta che tenta di mangiare Mowgli, è un altro paio di maniche: si tratta sempre di una storia per bambini. Una storia per bambini che però, a pensarci bene, mette in luce proprio questa verità: in natura vale sempre la legge del più forte. Una verità alla quale la nostra civiltà, per fortuna, non è più così abituata, perché siamo arrivati finalmente ad avere un atteggiamento diverso.
Mowgli è un neonato che viene cresciuto ed allevato da animali della giungla, una giungla piena non solo di animali con un gran cuore (come quelli che adottano Mowgli), ma anche di animali pericolosi, come la tigre del Bengala Shere Khan, che minaccia la sicurezza e la sopravvivenza di tutti gli altri animali.
Uno tra i primi a teorizzare uno stato di natura è stato il filosofo Thomas Hobbes (1588-1679). All'interno della sua opera principale, il Leviatano (1651),Hobbes descrive uno stato primitivo e conflittuale, che chiama appunto "stato di natura", in cui "Homo Homini Lupus", cioè "l'uomo è lupo tra gli altri uomini", nel senso che tende a voler prevalere e schiacciare gli altri per affermare se stesso e i priori bisogni.
Quella che Hobbes racconta nello stato di natura è un'esistenza infelice e miserabile, in cui ciascun essere umano vede la propria vita costantemente in pericolo… un po' come gli animali del libro della giungla, che si sentono costantemente minacciati dalla cattiveria della tigre.
Lo stato di natura di Hobbes è uno stato in cui ciascun individuo vede la propria vita ed esistenza in pericolo, e di conseguenza si sente in "diritto" di porre fine all'esistenza degli altri per salvaguardare la propria. Nello stato di natura di Hobbes non ci sono leggi, non c'è proprietà privata, non c'è niente che possa tenere al sicuro i membri di una comunità.
Quale è, per Hobbes, l'unica soluzione? Un patto tra gli uomini, attraverso il quale tutti gli uomini delegano ad un solo uomo (il sovrano) una parte della propria libertà, in nome della sicurezza di tutti. Il sovrano (il Leviatano) detiene quindi tanto il potere politico quanto quello religioso: non è un caso che nella copertina del testo di Hobbes vediamo il Leviatano ritratto con in mano sia il simbolo del potere temporale sia quello del potere spirituale (spada e scettro).
Una condizione, di fatto, impossibile da realizzarsi nel mondo animale: Mowgli, infatti, trova salvezza solo scegliendo di tornare nel mondo degli uomini, e non restando tra gli animali.
A parlare di stato di natura non sarà solo Hobbes, ma anche altri filosofi a lui vicini, come Locke e Rousseau, cioè i massimi esponenti del contrattualismo, anche se lo faranno in modalità diverse. Questa, però, è tutta un'altra storia.