Siamo a Tebe, alla vigilia dello scontro fra Dei dell'Olimpo e Dei degli Inferi.
Ade ha preso in ostaggio Meg. Il Dio dei morti chiede a Hercules, in cambio della libertà della donna, di rinunciare a tutta la sua forza per un giorno. Ercole accetta, seppur a condizione che Meg rimanga illesa.
Possiamo immaginare che Ade infligga così ad Ercole una lesione personale gravissima ai sensi dell'art. 583 co. 2 n. 2 c.p.: secondo questa norma, infatti, è punito con la reclusione da sei a dodici anni chi cagioni ad altra persona "la perdita di un senso". Questa condotta può considerarsi davvero penalmente rilevante, se Ade ha agito avendo il consenso dell'eroe?
L'art. 50 c.p., infatti, afferma che "Non è punibile chi lede o pone in pericolo un diritto, col consenso della persona che può validamente disporne".
Questa causa di giustificazione trova la propria ratio nella rinuncia da parte del legislatore a punire una condotta che la stessa persona offesa ha permesso: il consenso dell'avente diritto rende la condotta lecita, a condizione che lo stesso provenga dal soggetto che può validamente disporne.
Affinché la condotta possa essere scriminata sono necessari, pertanto, due requisiti: che il consenso sia validamente espresso dal legittimo titolare e che abbia ad oggetto beni disponibili.
Per quanto riguarda il primo profilo, il consenso è valido se è prestato dal titolare dell'interesse protetto dalla norma, cioè da colui che sarebbe persona offesa dal reato. Hercules, per esempio, potrebbe consentire a Filottete di offendere pubblicamente il suo onore ma non quello di Zeus: in questo caso Filottete commetterebbe il reato di diffamazione nei confronti di Zeus e non di Ercole.
Inoltre, il consenso deve essere espresso in modo libero, nel senso che non deve essere coartato. Il nostro Ercole rinuncia alla propria forza solo perché vuole liberare Meg: il suo consenso potrebbe quindi non considerarsi del tutto libero ma dettato dalla preoccupazione di salvare la donna che ama.
Veniamo al secondo profilo: oggetto del consenso può essere solo un diritto disponibile. Cosa significa?
Il nostro codice penale non ha dato una definizione di questo concetto, che va quindi ricostruito con l'aiuto della giurisprudenza.
Più in particolare si ritengono disponibili i diritti di cui il titolare può disporre mediante atti di trasferimento o rinuncia: si tratta, ad esempio, dei diritti patrimoniali e dei diritti inerenti alla personalità morale. Come abbiamo anticipato, Filottete non risponderebbe di diffamazione se offendesse l'onore e la reputazione di Ercole con il consenso di quest'ultimo.
Sono, al contrario, indisponibili gli interessi che fanno capo allo Stato, agli enti pubblici e alla famiglia. Zeus, per esempio, non potrebbe validamene consentire alla distruzione dell'Olimpo: chi lo facesse sarebbe certamente chiamato a rispondere del delitto di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, punito dall'art. 284 c.p..
È indisponibile, altresì, il bene della vita: se Ercole avesse acconsentito ad essere ucciso da Ade, il Dio sarebbe stato comunque punibile per il delitto di omicidio del consenziente.
Infine, vi sono alcuni diritti – quali quelli relativi alla persona fisica – che sono solo parzialmente disponibili. Il limite è previsto dall'art. 5 c.c., secondo il quale "Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati in quanto cagionino una diminuzione permanente dell'integrità fisica o quando siano contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume".
Ne consegue che il nostro eroe potrebbe consentire al taglio dei capelli, a farsi fare i buchi alle orecchie o una trasfusione di sangue. Potrebbe, inoltre, prestare il proprio consenso informato e sottoporsi, in conseguenza, ad un intervento chirurgico.
Potrebbe, invece, consentire ad una lesione personale solo ove questa non cagioni una diminuzione permanente dell'integrità fisica. Da questo punto di vista il nostro Hercules potrebbe solo consentire a delle lesioni nell'ambito di un agone sportivo o di un duello ma non anche alla lesione gravissima consistente nella perdita della sua forza, seppur per un solo giorno. Si tratta, infatti, sicuramente di una lesione che cagiona una diminuzione permanente dell'integrità fisica dell'eroe: la condotta di Ade, di conseguenza, sarà punibile.
Hercules, invece, recupera la sua forza e riesce a salvare Meg.
Ricordiamo infatti che un vero eroe non si misura dalla grandezza della sua forza, ma dalla forza del suo cuore.