Art. 83 c.p. – Fuori dei casi preveduti dall’articolo precedente, se, per errore nell’uso dei mezzi di esecuzione del reato, o per un’altra causa, si cagiona un evento diverso da quello voluto il colpevole risponde, a titolo di colpa, dell’evento non voluto, quando il fatto è preveduto dalla legge come delitto colposo.
Se il colpevole ha cagionato altresì l’evento voluto, si applicano le regole sul concorso dei reati
Mentre Robin Hood e Little John van per la foresta (l'avete letto canticchiando, non è vero?) lo sceriffo di Nottingham si aggira per il villaggio per riscuotere le tasse dietro ordine del Principe Giovanni. Ed è proprio dello sceriffo di cui vogliamo parlare perché, se ben ricordate le ultime scene del cartone, è lui l'autore dell'incendio che devasta la torre ed il castello del principe.
In realtà però, ciò che lo sceriffo voleva fare era ben altro: uccidere Robin! Nella concitata lotta finale Robin, ormai disarmato, si rifugia nella torre del castello e viene rincorso dallo Sceriffo che, impugnando una torcia, cerca di colpirlo… maldestramente però, manca il bersaglio e le fiamme lambiscono le tende che ornano la sala, dando il via ad un grande incendio che distrugge e devasta il castello.
Può lo Sceriffo dirsi 'innocente' per l'incendio? Mentre con Ariel entrava in gioco l'aberratio ictus (leggi l'articolo qui), se pensiamo allo sceriffo di Nottingham che voleva sbarazzarsi di Robin Hood ma anziché ucciderlo dava fuoco al palazzo reale, dobbiamo confrontarci con la diversa figura dell'aberratio delicti.
Si parla di aberratio delicti quando si viene a realizzare una divergenza fra il voluto ed il realizzato a causa di un errore-inabilità che incide sul processo esecutivo; si parla di
- Aberratio delicti monolesiva, quando "si cagiona un evento diverso da quello voluto" (art. 83 comma 1 cp), ossia il soggetto con la sua azione produce un solo avvenimento lesivo;
- Aberratio delicti plurilesiva quando si cagiona "altresì l’evento voluto" (art. 83 comma 2 cp), ossia quando il soggetto con la sua azione produce due eventi, quello non voluto ma anche quello voluto.
Nel nostro caso ricorre l'ipotesi monolesiva: lo sceriffo correndo e dimenando la torcia riesce solo a cagionare l'incendio (evento non voluto) ma non anche – per fortuna! – la morte di Robin (evento voluto).
Per far sì che si possa veramente parlare di aberratio ictus è tuttavia necessario un doppio controllo.
Il primo criterio, utilizzato dalla giurisprudenza, dice che deve esserci diversità fra il bene giuridico tutelato dalla norma che si voleva infrangere e quello realmente leso: tale elemento è ben evidente nella storia, dal momento che il bene giuridico che si VOLEVA aggredire era la vita, mentre quello che REALMENTE è stato leso a causa di errore-inabilità è il patrimonio.
In secondo luogo, come abbiamo già visto con Ursula, è necessario che la condotta punita sia attribuibile allo sceriffo a titolo di colpa: ebbene, possiamo certamente affermare che lo sceriffo, correndo con una torcia infiammata all'interno di un edificio e muovendola convulsamente accanto a dei tendaggi, certamente abbia agìto con imprudenza e, conseguentemente, con colpa.
Proprio quest'ultimo elemento consente di attribuire la responsabilità di quanto avvenuto, in considerazione del fatto che il nostro ordinamento conosce la fattispecie delittuosa dell'incendio colposo.
Così, per concludere, lo sceriffo di Nottingham risponderà del delitto di cui all'articolo 449 c.p..