Nelle profonde acque dell'oceano, lo squalo bianco Don Lino è il boss del reef, cioè della barriera corallina. Don Lino, supportato dagli altri squali e, in particolare, dal figlio maggiore Frankie, semina il terrore in tutto il reef. È proprio Katie Current, pesciolina giornalista, a rivelare che il reef "vive sotto assedio".
Come sappiamo, la fiaba racconta la storia di Oscar, pesce pulitore squattrinato che lavora in un autolavaggio di balene e sogna di arrivare in cima alla barriera corallina. Dopo una serie di vicissitudini, Oscar diventa famoso per essere uno "scanna squali" e per avere ucciso proprio Frankie, il primogenito di Don Lino e, in un momento successivo, anche il secondogenito Lenny. Frankie, in realtà, è stato ucciso da un'ancora e Lenny è scappato di casa perché non trova il coraggio di confessare al papà, secondo il quale gli squali sono degli "assassini", che è vegetariano.
Già dalle prime scene della fiaba sembra proprio che Don Lino sia il capo di un'associazione per delinquere di stampo mafioso, anche straniera.
Secondo l'art. 416-bis c.p., infatti, "Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.
L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
(…)".
Vi rimando alla vicenda di Doger, Tito, Einstein, Rita e Francis per ripassare gli elementi costitutivi del delitto associativo: potete trovare qui l'articolo.
Oggi, invece, vedremo insieme quali sono le caratteristiche dell'associazione per delinquere definita "di tipo mafioso" e, in particolare, che cosa si intende per "metodo mafioso".
Il delitto previsto e punito dall'art. 416-bis c.p. è stato introdotto nel 1992, proprio per fronteggiare il fenomeno mafioso.
La norma mira a tutelare l’ordine pubblico, che viene minacciato dall’utilizzo della forza di intimidazione e dalla condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva.
Sul piano oggettivo, infatti, ai fini della consumazione del reato è necessario che l'associazione abbia conseguito, in concreto, nell'ambiente di cui opera, un'effettiva capacità di intimidazione.
Per "metodo mafioso" si intende, più in particolare, il ricorso alla forza intimidatrice che scaturisce dal vincolo associativo: tale forza deve comportare, dal lato passivo, una situazione di assoggettamento ed omertà, in modo da indurre nelle vittime comportamenti non voluti. Non è necessario che i sodali ricorrano a violenza o minaccia ma è sufficiente che l’associazione goda di una certa fama di violenza di potenzialità di sopraffazione, sviluppando attorno a sé e nella comunità di riferimento una potenza intimidatrice attuale, concreta e stabile. L’utilizzatore della forza intimidatrice deve comunque "avvalersi" di essa, o almeno lasciar intendere al soggetto passivo di far parte dell’associazione.
L’omertà, invece, si ravvisa in un comportamento di non collaborazione con l’autorità, di reticenza e persino di favoreggiamento. Un esempio di questo tipo di intimidazione c'è proprio nella nostra fiaba: nel reef tutti hanno paura di Don Lino, che è noto come "boss", cresce i propri figli per essere "assassini a sangue freddo" e li prepara a gestire la barriera corallina al suo posto.
Possiamo però anche ricordare un episodio più specifico: Don Lino ordina a Syches, il pesce palla proprietario dell'autolavaggio per balene, di lavorare per Lenny e Frankie. Syches si burla di Lenny e Don Lino, per tutta risposta, non solo lo licenzia ma gli impone il pizzo: lo sappiamo perché, in un altro passaggio della fiaba, si sente Syches affermare "devo pagare la protezione a Don Lino".
Il pizzo, nel gergo della criminalità mafiosa italiana, è una forma di estorsione praticata da organizzazioni criminali che consiste nel pretendere il versamento di una percentuale o di una parte dell’incasso, dei guadagni o di una quota fissa dei proventi, da parte di esercenti di attività commerciali ed imprenditoriali, in cambio di una presunta "protezione" dell’attività. I soggetti presi di mira sono così costretti alla corresponsione di una somma di danaro attraverso intimidazione e minaccia di danni fisici, economici o morali, che vengono effettivamente cagionati in caso di mancato o ritardato pagamento, e che possono, in alcuni casi, arrivare alla distruzione fisica dell’attività o addirittura alla violenza fisica nei loro confronti o nei confronti di persone a loro vicine.
Nel rivolgersi a Syches, il nostro boss grida "da ora in poi dovrai pagarmi, se non vuoi che capitino incidenti": è una chiara minaccia volta a intimorire il pesce palla e a costringerlo a farsi corrispondere delle somme di denaro.
Oltre tutto, il sodalizio può perseguire svariati scopi, sia leciti (come il controllo di attività economiche, la realizzazione di profitti o vantaggi ingiusti) sia illeciti (come la commissione di delitti). Si tratta di una importante differenza rispetto al reato di associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p.: quanto alle finalità, infatti, l’associazione di stampo mafioso può perseguire, oltre alla commissione di delitti, anche finalità lecite avvalendosi del mezzo illecito della forza di intimidazione.
Un esempio di fatto illecito che viene commesso da Don Lino e dal suo clan di squali è il sequestro a scopo di estorsione della pesciolina Angie, il pesce angelo di cui Oscar è innamorato. Sappiamo infatti che Oscar viene contattato da Luca, il polpo sgherro di Don Lino, che gli parla di un meeting con il boss degli squali: Oscar deve presentarsi obbligatoriamente, o Angie verrà uccisa. Questo rapimento è una chiara ritorsione, posta in essere dal boss per vendicarsi di Oscar, il quale aveva finto di essere lo "scanna squali" e si era preso il merito di aver ucciso entrambi i figli del boss. Insomma, Don Lino vuole regolare i conti.
Per fortuna anche questa è una fiaba e, come molte fiabe, il finale è lieto: Don Lino, aiutato da Oscar, capisce che qualunque cosa suo figlio Lenny voglia essere lui, come padre, deve volergli bene e accettarlo così com'è.
Tutto è bene quel che finisce bene, siete d'accordo?