Quante volte da bambini avrete immaginato di poter volare sospinti da soli pensieri felici e da una manciata di polvere di fata alla scoperta dell'Isola che non c'è? E quante altre avrete immaginato di far parte dei Bimbi Sperduti per aiutare Peter Pan nella lotta contro Capitan Uncino e la sua ciurma? Se vi dicessi invece che quanto state per leggere vi farà vacillare nella scelta, apparentemente ovvia, su quale schieramento preferire?
L'art. 582 c.p. recita infatti che "Chiunque cagiona al alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni".
Da esso ricaviamo la definizione generica di lesione personale ovverosia il delitto consistente nel provocare ad altri una lesione dalla quale derivi una malattia fisica o psichica.
La norma però ne disciplina i casi "basilari": le lesioni personali lievi, quando la malattia che ne derivi sia giudicata guaribile tra i 21 ed i 40 giorni e le lesioni personali lievissime, qualora la malattia non superi i 20 giorni di durata.
Secondo voi queste fattispecie potrebbero coincidere con la lesione di cui Capitan Uncino fu vittima? Ricordiamoci che, come lo stesso Uncino confida al suo fidato Spugna, il giovane Peter Pan, dopo avergli tagliato la mano, la gettò in pasto “al coccodrillo e quella bestiaccia trovò così saporita la mia carne che da allora non fa che corrermi dietro con l'acquolina in bocca per la voglia di tutto il resto."
Il reato a carico di Peter Pan integra sicuramente la lesione personale ma è connotato da una spiccata gravità e non può rientrare per questo nella "sola" disposizione basilare dell'art. 582 c.p.
Basta andare poco più avanti nel codice per incontrare l'art. 583 c.p. che disciplina le circostanze aggravanti del reato di lesioni personali laddove taluno cagioni ad altri una malattia fisica o psichica con ripercussioni durature se non addirittura permanenti.
Difatti, incontriamo altri due tipi di lesioni personali:
- 1) lesioni personali gravi (nei casi di pericolo per la vita, incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni, indebolimento permanente di un senso o di un organo) alle quali si applica una reclusione dai 3 ai 7 anni;
- 2) lesioni personali gravissime (nei casi di malattia insanabile, perdita di un arto, perdita dell'uso di un organo, perdita della capacità di procreare, difficoltà della favella, deformazione e sfregio permanente del viso) per le quali è invece prevista una reclusione dai 6 ai 12 anni.
In questo elenco, specificamente inserita tra le lesioni gravissime, spicca puntuale "la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile".
Ed allora vi chiedo: la lesione inferta da Peter Pan a Capitan Uncino rientra nella fattispecie di aggravante da perdita di un arto o mutilazione dello stesso?
Il carattere della gravità e la permanenza stabile della malattia ci fanno rispondere con un sonoro sì!
Ad ogni modo, l'art. 583 c.p. non disciplina autonome ipotesi di reato bensì, come suggerito dalla sua rubrica Circostanze Aggravanti, va ad enucleare il contenuto base del reato di lesioni personali ex art. 582 c.p., prevedendo per esso delle circostanze aggravanti speciali, come ad esempio l'aggravante specifica per la perdita di un arto o per la sua mutilazione.
Sappiamo quindi che Peter Pan, seppur in duello, ha coscientemente scelto di tagliare la mano del Capitano dandola addirittura in pasto al coccodrillo che da allora non ha mai smesso di perseguitarlo.
Pertanto, configura un reato di lesioni personali volontarie per cui la sua previsione lesiva è insita nell’intenzionalità della condotta di arrecargli un notevole danno.
Peter Pan risponderebbe a titolo di dolo anche delle lesioni collegate per nesso di causalità diretta alla mutilazione che ha volontariamente inferto ad Uncino, consapevole del risultato, anche laddove non avesse avuto intenzione di causare quelle determinate conseguenze.
L'aver dato in pasto al Coccodrillo la mano di Uncino denota che Peter Pan non volesse che il Capitano potesse recuperarla. Probabilmente, però, non sarà stato nelle sue intenzioni renderlo schiavo del Coccodrillo.
Difatti, pur non potendone prevedere l'ossessione derivata dal "fugace assaggio" della mano del Capitano, non si può negare che la volontà di Peter Pan fosse proprio quella di causargli un notevole danno.
Inoltre, l'art. 59 c.p. (da leggere in combinato disposto con l'art. 583 c.p.) ci dice che ogni conseguenza derivante dalla lesione è ugualmente imputabile a Peter Pan in virtù del nesso di causalità (a tal proposito vi ricordo l'articolo sul nesso di causalità) tra l'evento lesivo (il taglio della mano), la sua volontà lesiva (arrecare un notevole danno al Capitano), e le circostanze da lui non conosciute o erroneamente supposte (dando la mano in pasto al Coccodrillo non solo fa in modo che non possa esser recuperata ma, senza volerlo, genera nel coccodrillo un'ossessione per Uncino).
A conti fatti, però, cosa si intende per perdita di un arto o una mutilazione che renda l'arto inservibile?
Tecnicamente per arto (nel caso in esame, arto superiore) si intende l’insieme articolato della mano, dell’avambraccio e del braccio, per cui la perdita avviene sia a livello anatomico (in caso di mutilazione, distacco completo, ablazione), sia a livello funzionale e di movimento.
La perdita della mano di Uncino configura l'aggravante specifica del reato di lesioni personali gravissime poiché la funzione prensile della mano è di primaria importanza per l'intero arto superiore e non potrà essere ripristinata come in origine neppure da una protesi.
Va da sé che la sua perdita comporta automaticamente la totale assenza della capacità prensile. L'uncino impiantato nulla può sopperire, se non fungere da ornamento e donare un nome degno di un corsaro al nostro Capitano.
Possiamo quindi assolutamente ascrivere a Peter Pan il reato di lesione personale aggravata per la mutilazione e perdita dell'arto di Capitan Uncino.
Ciò quindi dovrebbe significare che, riferendosi ad una lesione gravissima, la pena prevista sarebbe compresa tra i 6 ed i 12 anni.
Eppure, non vi sembra di aver dimenticato un elemento fondamentale?
Peter Pan è per antonomasia il bambino mai cresciuto e come tale minorenne.
Non conoscendone l'età effettiva, per farci un'idea del quadro normativo, possiamo far riferimento alle ipotesi previste dal codice penale all'art. 97 per i minori di anni quattordici e all'art. 98 per i minori di diciotto anni ma che abbiano compiuto i quattordici anni di età.
Nel primo caso incontriamo una vera e propria presunzione legale di assoluta incapacità di intendere e di volere, ciò significa che ad esempio Peter Pan sarebbe giudicato incapace di intendere e di volere perché minore di quattordici anni.
Nel secondo caso invece, laddove Peter Pan avesse un'età maggiore dei quattordici anni ma minore dei diciotto, ci troveremmo dinanzi ad una presunzione relativa di imputabilità, cioè basterebbe dimostrare che nel momento in cui ha tagliato la mano di Capitan Uncino, non fosse sufficientemente capace di intendere e di volere.
Nel frattempo, il coccodrillo non smette la sua caccia, annunciandosi con il suo inesorabile "tic toc tic toc". Ah, povero, povero Uncino!