Per non essere stata invitata al battesimo della principessa Aurora, la perfida Malefica, adirata con Re Stefano e con la Regina Leah, decide di scagliare contro la neonata questa celebre maledizione «La principessa, in vero, crescerà in grazia e bellezza. Amata da tutti coloro che la circondano. Ma… prima che il sole tramonti sul suo sedicesimo compleanno, ella si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà!»
Per far si che la maledizione non si avveri, Re Stefano ordina la distruzione di tutti gli arcolai del regno decidendo, inoltre, di affidare la bella Aurora alle cure delle tre fate – Flora, Fauna e Serena – finchè la bimba non compirà il sedicesimo anno d'età.
Dal punto di vista del diritto amministrativo, l'ordine di Re Stefano può essere considerato come un provvedimento amministrativo dotato del carattere dell' imperatività (clicca qui per leggere i caratteri del provvedimento amministrativo) e limitativo della sfera giuridica dei destinatari, in quanto destinato a far sorgere in capo a tutti i sudditi del regno – proprietari di un arcolaio – l'obbligo di distruggerlo.
Ma cosa accadrebbe se, dopo aver adottato l'ordine, Re Stefano cambiasse idea perché, ad esempio, si rendesse conto che non era competente ad adottare questa tipologia di provvedimento?
Per rispondere a questo interrogativo è necessario soffermarsi sull’istituto dell' “annullamento d'ufficio” espressione dell' "autotutela amministrativa".
Per "autotutela”, in particolare, si intende il potere riconosciuto alla Pubblica Amministrazione di riesaminare una sua precedente decisione e, qualora ricorrano i presupposti indicati dalla legge, di rimuoverla unilateralmente ed autonomamente dall'ordinamento giuridico senza la necessità di una previa pronuncia giurisdizionale. Attraverso l'esercizio del potere di autotutela, la Pubblica amministrazione può risolvere eventuali controversierelative ai propri provvedimenti senza la necessità di ricorrere all'autorità giudiziaria, consentendo la realizzazione in concreto dell'interesse pubblico affidato alle sue cure.
L'art. 21 nonies della legge 241/90 disciplina il potere di annullamento d'ufficio prevedendo che nel caso in cui la Pubblica Amministrazione adotti un provvedimento illegittimo la stessa, in via autonoma ed unilaterale, può adottare un secondo provvedimento (c.d. provvedimento di secondo grado) con il quale annulla il provvedimento illegittimo in precedenza emanato, eliminando fin dall'origine (ex tunc) gli effetti dallo stesso prodotti (nel nostro esempio, l'obbligo per i sudditi del Regno di distruggere il loro arcolaio).
L'esercizio del potere di annullamento d'ufficio, tuttavia, è subordinato dalla legge al ricorrere di diversi presupposti che ora si andranno ad analizzare.
È necessario, inanzitutto, che la Pubblica amministrazione abbia adottato un provvedimento affetto da uno dei tre vizi di legittimità indicati dal comma 1, dell'art. 21 octies, della Legge 241/90, ossia si tratti di un provvedimento adottato in violazione di legge, viziato da eccesso di potere o da incompetenza "relativa".
Tornando alla nostra favola, pensiamo al caso in cui Re Stefano, dopo aver adottato l'ordine di distruzione degli arcolai, si renda conto che la competenza ad adottare questo tipo di provvedimento spettasse non a lui ma ad un diverso ufficio amministrativo del suo Regno. Il provvedimento adottato dal Sovrano, in questo caso, risulta affetto dal vizio dell' "incompetenza relativa" e, in quanto tale, illegittimo ed annullabile.
Ulteriori presupposti per l'esercizio del potere di annullamento d'ufficio sono i seguenti:
- il provvedimento di annullamento deve essere adottato dalla Pubblica amministrazione entro un termine ragionevole dall'adozione del provvedimento che si intende annullare (e comunque non superiore a 12 mesi dal momento dell'adozione di provvedimento di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici);
- devono sussistere delle ragioni di interesse pubblico alla base della decisione della Pubblica amministrazione di annullare il provvedimento precedentemente adottato (non sussiste più il pericolo di morte della piccola Aurora);
- nell'adottare il provvedimento di annullamento d'ufficio, la PA deve tener conto anche degli interessi dei destinatari e dei controinteressati (nel nostro caso: l'interesse dei proprietari degli arcolai).
Diverso dall'annullamento, ma sempre espressione del potere di autotutela della Pubblica Amministrazione, è l'istituto della revoca del provvedimento amministrativo disciplina dall' art. 21 quinquies della Legge 241/90.
Di tale istituto, ne parleremo la prossima volta.