Grazie al Sultano di Aladdin abbiamo visto come al centro del principio di colpevolezza ci sia l'imputabilità, intesa come capacità di intendere e di volere e che tale capacità in presenza di determinate condizioni può scemare o essere annullata (leggi l’articolo qui). Insieme agli Incredibili abbiamo visto le cause di natura fisiologica (leggi l’articolo qui) ed infine con Homer Simpson quelle di natura tossica. Rimane un'ultima categoria della colpevolezza da analizzare, quella più complessa: la condizione di natura patologica, che troviamo agli articoli 88 e 89 del Codice penale.
Ci possono essere situazioni in cui un soggetto, a causa di una patologia psichiatrica, non domina le proprie capacità di intendere e di volere. In questo caso si pone dunque la necessità di capire i limiti entro i quali può essere punito per le azioni commesse.
- Bruto, Nerone, smettete di fare questo chiasso infernale, subito!
Nel cartone di Bianca & Bernie, Madame Medusa colpisce il coccodrillo sul muso, senza sapere che così facendo libererà Bernie dalle sue fauci, facendolo cadere al suolo tutto scombussolato. Alla vista del nostro amico, andato insieme a Bianca a salvare la piccola Penny, Madame Medusa inizia a urlare terrorizzata:
- Snoops!! Snoops, un topo!! Aaaaaaah, Snoops ammazzalo!!
Ma visto che il goffo Snoops non riesce a catturare i due topolini, Madame Medusa imbraccia il suo fucile ed inizia a sparare all'impazzata, mancando di poco Bianca e Bernie.
Madame Medusa può essere imputata per tentato omicidio oppure la visione dei due topolini, facendola cadere in preda ad un panico incontrollato, potrà essere invocata al fine di dimostrare un vizio di mente?
Gli articoli 88 e 89 del Codice penale disciplinano il vizio di mente nelle sue due forme: quello totale e quello parziale.
La prima ipotesi è prevista dall'articolo 88 c.p. ed è il vizio totale di mente: in questo caso, ossia quando il soggetto "nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per infermità, in tale stato di mente da escludere la capacità d’intendere o di volere", allora egli non può essere considerato imputabile e, pertanto non potrà essere punito.
Diverso è invece il caso in cui, pur esistendo un'infermità, essa non è così forte da annullare del tutto le capacità del soggetto che dunque non viene annullata ma è solamente scemata: in questo caso permane un margine di autodeterminazione e, perciò, avendo commesso un fatto di reato, egli sarà imputabile per quella parte di responsabilità. L'articolo 89 c.p. infatti, disciplinando il vizio parziale di mente, afferma che "chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per infermità, in tale stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità d’intendere o di volere, risponde del reato commesso; ma la pena è diminuita."
Tutto ciò premesso, non è tuttavia sufficiente che il soggetto sia genericamente affetto da infermità, ma è necessario che lo sconvolgimento psichico sia presente al momento del compimento del reato e che coinvolga proprio quel fatto, nel senso che comporti la non comprensione, da parte del soggetto, delle sue azioni.
Per essere chiari: l'infermo di mente può ben commettere un delitto proprio perché voleva commetterlo e pienamente conscio e capace di comprendere ciò che faceva. In questo caso non potrà essere riconosciuta la non imputabilità, proprio perché essa si ha solamente qualora manchi la capacità di autodeterminazione e, conseguentemente, egli sarà punito al pari del soggetto privo di situazioni patologiche.
Non c'è dubbio che Madame Medusa volesse esattamente ciò che andava facendo, ossia cagionare la morte di Bianca e Bernie. Ma le sue azioni sono state determinate da una infermità mentale? Cosa si intende in diritto penale con tale termine, al quale viene ricondotto il vizio di mente?
Per lungo tempo si è parlato di infermità facendo riferimento quasi esclusivamente alla nozione di malattia mentale in senso stretto, ossia considerando infermi solamente coloro che erano affetti da precise patologie psichiatriche rientranti in determinate categorie nosografiche che, nello specifico, erano riconducibili alla famiglia delle psicosi.
Madame Medusa è certamente perfida, approfittatrice e non si fa scrupoli a rapire una bambina per i suoi scopi, ma il suo terrore per i topolini non pare riconducibile ad una vera e propria malattia mentale. La sua reazione potrebbe, al più, rappresentare un disturbo della personalità?
Assieme a chi intendeva l'infermo di mente solo da chi era affetto da psicosi, vi era infatti una parte minoritaria degli operatori del diritto che, basandosi sulle nuove teorie mediche, consideravano infermità anche le psicopatie (o alterazioni mentali atipiche) che non risultavano classificate clinicamente: si è giunti così alla fondamentale sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 9163/2005, che ha chiarito quali siano, nel diritto penale, i confini di tale nozione.
Oggi rientrano nel concetto di infermità e sono dunque idonee a configurare un vizio di mente, non solamente le malattie mentali clinicamente riconosciute ma anche tutte quelle alterazioni ulteriori e capaci di incidere in maniera grave, intensa e persistente sulla capacità di intendere e di volere. È dunque evidente come tali situazioni devono essere comunque ristrette alle specifiche ipotesi in cui esse sconvolgano in maniera concreta la situazione psichica del soggetto, rendendola incolpevolmente incontrollabile dallo stesso.
Sembra che la nostra domanda abbia trovato una risposta – ma proseguendo nella lettura delle norme, incontriamo l'articolo 90 c.p. che afferma come "gli stati emotivi o passionali non escludono né diminuiscono l’imputabilità".
Se è vero che i disturbi della personalità possono comportare un vizio di mente, è necessario però che tali situazioni siano circoscritte: altrimenti qualsiasi momento di ira, agitazione o gelosia potrebbe costituire una scusa per compiere i delitti più efferati. Ovviamente una conclusione del genere non è ammissibile, ecco perché questi stati emotivi (definiti come turbamenti improvvisi e passeggeri) o passionali (emozioni profonde, anche durature) per quanto intensi e a meno che non sfocino in una infermità vera a propria, non incidono sull'imputabilità.
Per rispondere alla nostra domanda, sembra proprio che nel caso di Madame Medusa possa parlarsi non di una infermità e neppure di un disturbo di personalità, quanto di uno stato emotivo: sarà quindi chiamata a rispondere del tentato omicidio di Bianca e Bernie in quanto pienamente imputabile.