"Oh ho, mi è semblato di vedele un gatto", diceva il canarino Titti ogni qualvolta Gatto Silvestro cercava di mangiarselo.
Ma in questo modo, il povero Silvestro poneva in essere tutti gli estremi della fattispecie dell'omicidio (art.575cp), che, invano, non veniva consumato e, quindi, era tentato( art.56cp).
Il nostro Gatto Silvestro quindi può essere lecitamente accusato da Titti di tentato omicidio, poiché costui compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di una persona in concordanza, quindi, con gli articoli 56cp (delitto tentato) e 575 cp (omicidio).
Andiamo ora ad analizzare i due articoli (il 56cp e il 575cp).
L'art. 56cp stabilisce al primo comma che "chi compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto tentato se l'azione non si compie o l'evento non si verifica". Quindi, gli atti di Gatto Silvestro debbono essere idonei e cioè essere in grado di causare offesa al bene giuridico tutelato (la vita di Titti) e univoci nel senso di far trasparire l'intento delittuoso di colui che causa il fatto (si deve vedere la volontà di Silvestro di mangiarsi Titti).
Infine l'art. 575 cp per cui "chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno." Qui si disciplina la fattispecie dell'omicidio e cioè quel reato in forma libera che punisce la condotta (attiva o omissiva) di un soggetto volta a cagionare la morte di un uomo, inteso come essere umano vivo e non rilevando quindi le condizioni di corpo, mente, nazionalità o razza della vittima, ma solamente il fatto che costui sia vivo.
Per quanto riguarda la punibilità del fatto, sarà compito del giudice stabilire a quanto ammonterà la pena di Silvestro ex art. 56 2°comma cp.