Siamo in uno Stato in cui vige la democrazia (o almeno così dovrebbe essere) e, quale fiaba migliore se non quella di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda per spiegare il contingententamento dei tempi di Camera e Senato?
Il nostro Semola infatti, una volta diventato re, ha dichiarato di voler prendere le decisioni del regno con i suoi cavalieri, in modo che tutti fossero sullo stesso piano.
Ma come ben sapete, già mettere d'accordo 2 persone su che film vedere la sera è cosa impossibile, immaginatevi per oltre 12 cavalieri. Che fare quindi per prendere delle decisioni in un tempo congruo senza aspettare l'infinito?
Ebbene, nasce così, negli anni 70 (in maniera serena per il Senato, meno per la Camera), l'istituto del contingentamento dei tempi che consiste nella determinazione del tempo complessivo da dedicare ad un certo argomento e nella sua ripartizione tra i diversi gruppi parlamentari ( di cavalieri) oltre che tra gli altri soggetti tipo esperti chiamati a discutere sull'argomento.
Sarà poi ciascun gruppo parlamentare, secondo le proprie regole e procedure, a decidere come distribuire tra i propri membri il tempo ad esso assegnato. Al 99% dei casi, poi si passa alla votazione che, a differenza delle sedute normali, richiede il quorum.
NB: affinché ad un argomento si applichi il contingentamento dei tempi, questo deve essere iscritto nel rispettivo Calendario, deciso dal Presidente dell'Assemblea (nel nostro caso sempre Artù), all'ordine del giorno.